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Teatro: Firenze, al Rifredi nuova stagione nel ricordo di Carlo Monni

domenica 6 ottobre 2013

2' di lettura

Firenze, 1 ott. - (Adnkronos) - "Entrare nel Teatro di Rifredi e' ogni volta un po' come tornare a casa; quest'anno piu' vuota pero', perche' e' impossibile non sentire la mancanza di Carlo Monni, il cui ricordo non ci lascera' facilmente". Ha esordito cosi' l'assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti intervenendo alla presentazione della stagione di spettacoli 2013-2014, per la 29ma volta sotto la direzione di Pupi e Fresedde. "Una realta' di cultura - ha aggiunto Scaletti - il cui lavoro va ben oltre i confini del quartiere e di Firenze, ma e' un valore per tutta la Toscana". Grazie anche alla presenza in cartellone dei nome tra i piu' noti della scena teatrale regionale: da Alessandro Benvenut a Anna Meacci e Katia Beni, da Davide Riondino a Lucia Poli. Stagione importante quella che sta per aprirsi, perche' segnata dal centenario della costruzione della sala nata nel 1913 per volonta' della Societa' di Mutuo Soccorso di Rifredi, che continua ancora oggi a sostenere con forza l'attivita' del teatro. Ma anche dal decimo anniversario del riconoscimento da parte del Mibac della qualifica per Rifredi di Teatro stabile di innovazione per le giovani generazioni; un riconoscimento sottolineato dal lavoro avviato con le scuole cittadine, che non si ferma e spazia dai bambini con forme teatrali dedicate agli spettacoli per le scuole superiori. Dieci anni di repliche segnano anche il successo sempreverde dello spettacolo di Pupi e Fresedde L'ultimo harem, con la regia di Angelo Savelli. Tutto questo dentro un quadro "amministrativo" controcorrente in questi tempi di crisi, sottolineato da Giancarlo Mordini; mantenimento dell'occupazione per tutto lo staff, aumento degli incassi del 12 e mezzo per cento nella stagione 2012-2013 toccando quota 273mila euro, 58 serate sold-out, meta' degli spettacoli rappresentati prodotti direttamente da Pupi e Fresedde. E' il quadro sano di una realta' che ha costruito un rapporto alto con il proprio pubblico, nella tradizione della realta' che lo ospita. E che volle avere in una struttura operaia un teatro, capace di aggregare i cittadini e far crescere sia sul piano civile che culturale. Da qui il sottolineato e forte rapporto con tutte le istituzioni: Regione, Comune, Provincia.

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