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Jules Bianchi, il miracolo del casco non è bastato: tutta colpa della decelerazione

Gian Marco Crevatin
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Nel maledetto pomeriggio di Suzuka di domenica scorsa, 5 ottobre, Jules Bianchi ha "riportato un danno assonale diffuso" nel violento scontro della sua Marussia contro la gru di soccorso. Un danno importante al sistema nervoso, nonostante il 25enne pilota francese non abbia riportato alcuna lesione facciale visibile. Il rollbar nell'impatto è stato sì tranciato, ma ha adempiuto alla sua missione, il casco non ha colpito il trattore e non si è disintegrato. In ogni caso, come s'era capito fin da subito, la violenza della decelerazione alla quale è stato sottoposto il cervello nel passare dai 100 orari a zero, è la causa attuale dello stato di Bianchi. Danno assonale - L'assone, come riporta la Gazzetta di oggi, è un conduttore di impulsi elettrici che si diramano dal cervello a tutto il corpo: nel caso di un danno assonale diffuso questi impulsi vengono interrotti e al giorno d'oggi nessuna terapia è in grado di permettere il recupero della loro funzione. Data l'irreversibilità di una lesione del genere, diventa centrale capire quanto sia effettivamente grave il danno: più grande, più esteso e minori sarebbero le possibilità di sopravvivenza del pilota. A questo ci si aggrappa nelle ultime ore, e a questa speranza si aggrappa pure la famiglia Bianchi e tutto il mondo della Formula 1, a un miracolo o quasi. Buona fortuna, Jules.

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