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Luciano Moggi, la nera profezia sul Napoli: fino a dove può precipitare

di Andrea Tempestini domenica 17 aprile 2016

2' di lettura

La vittoria dell’Inter? Bella ma peserà davvero per la sua rincorsa al posto in Champions? Di certo sancisce la fine del campionato, non che ci fossero molti dubbi, a meno di clamorosi ribaltoni, ma il gol in probabile fuorigioco di Icardi (un piede) e quello spettacolare di Brozovic decretano che il Napoli (grintoso anche senza Higuain, ma sterile senza il capocannoniere) adesso dovrà guardarsi le spalle dal ritorno della Roma (De Laurentiis freme: nel preliminare è già rimasto scottato), che oggi a Bergamo alle 12.30 non può permettersi di steccare. Vero, di mezzo c’è il turno infrasettimanale, ma lo scontro diretto di lunedì 25 aprile sarà tutto da vedere. Mentre il Milan deve ormai solo preoccuparsi di tenere almeno il sesto posto e arrivare al meglio alla finale di Coppa Italia con la Juve: tocca a Brocchi raccogliere e riattaccare i pezzi di una ennesima stagione quasi da buttare, più che per le colpe del defenestrato Mihajlovic, per la compagine sconclusionata che gli è stata messa a disposizione. Si parla di «bel giuoco» che non si è mai visto, ma se nella rosa rossonera non c’è nessun regista all’altezza per mandare le punte in gol, né un centrocampo capace di dare sostegno alla difesa, è normale andare poco lontano... Difficile poi fare progetti se ogni anno si cambia il mister. Cosa resta ormai di questo campionato? Una lotta per la retrocessione per certi aspetti inattesa, soprattutto per come si sta sviluppando. Perché se è vero che era facile immaginare il Verona quasi spacciato, visto il tremendo girone d’andata con soli 8 punti, sorprende la vitalità e la tenacia con cui Carpi e Frosinone sono rimaste attaccate al treno serie A. E oggi pomeriggio alle 17, complice lo scontro diretto al Bentegodi fra i ciociari e l’Hellas e l’improbo compito del Palermo in casa della Juve, gli emiliani di Castori potrebbero ritrovarsi con la testa fuori dalle sabbie mobili. Una boccata di ossigeno che, con cinque giornate rimanenti, potrebbe essere il trampolino per una clamorosa salvezza. Il tutto agevolato da uno schizofrenico Palermo di uno Zamparini da “no comment”, fra i principali responsabili del tracollo con gli undici cambi di allenatore in una sola annata. Tragicomico, per un Palermo che oggi allo Stadium non si presenterà per fare lo sparring partner, ma che fra due partite avrà lo scontro diretto a Frosinone e l’ultima (stavolta al Barbera) contro l’Hellas. Il tutto, aspettando la tanto decantata “moviola in campo”. Senza leggere nella sfera di cristallo, prevediamo le solite bufere, illazioni e teatrini tv: ad esempio, chi controllerà i controllori video? di Luciano Moggi

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