Il ct dei magiari

Marco Rossi, l'italiano "Mister Ungheria": "I miei maestri? Bielsa e Lucescu. Il migliore in Italia oggi è De Zerbi"

Giulia Stronati

Se in Italia il nome di Marco Rossi ricorda qualcosa di ordinario, in Ungheria fa rima con straordinario. Il signor Rossi infatti é entrato nella storia del calcio magiaro, guidando la Nazionale alla storia qualificazione all'Europeo. Un'impresa clamorosa per un tecnico che in Italia ha allenato solamente in Lega Pro, mentre all'estero è riuscito a completare l'incarico a conquistarsi un posto al sole. Da dimenticato del nostro calcio (alzi la mano chi se lo ricorda difensore in A con le maglie di Torino, Brescia e Sampdoria nella prima metà degli anni Novanta) a eroe nazionale magiaro, il passo è stato breve.

Mister, innanzitutto come sta? Sappiamo che è alle prese con il Covid..
"Per fortuna adesso io e mia moglie stiamo bene. Oggi abbiamo fatto il tampone e aspettiamo che arrivi il responso e la negatività".
Come è stato festeggiare l'impresa della qualificazione all'Europeo davanti alla tv? 
"Anomalo, decisamente. È stato davvero molto strano festeggiare l’accesso all’Europeo. La partita anche da casa l’ho gestita io in prima persona e l’ho vissuta in maniera molto intensa, restando in contatto diretto via telefono con i miei assistenti in panchina tutta la gara. Vincere all’ultimo minuto dei supplementari è stato pazzesco".
Il calcio ungherese anche grazie al suo grande lavoro appare in crescita, domani il Ferencvaros sfida la Juve: quali sono gli elementi a cui i bianconeri devono prestare attenzione? 
"Onestamente non vedo grossi pericoli per i bianconeri. Il dislivello tra le due squadre è netto come già emerso nella gara di andata a Budapest. Anche se ci sarebbe un modo per provare a mettere in difficoltà la Juve...".
Quale?
"Prenderli alti. Aggredirli con il pressing nella loro metà campo. Inutile essere timorosi. Proverei a giocarmela così...".
In comune con il tecnico bianconero Andrea Pirlo ha un maestro come Mircea Lucescu: le piace la Juve che sta costruendo il tecnico bresciano? 
"Lucescu è stato il primo che mi ha fatto scattare l’interesse per la panchina. Lo considero uno dei miei punti di riferimento. Per quanto riguarda Pirlo inizialmente la sua Juve ha palesato qualche difficoltà nell’individuare il modo di stare in campo e l’atteggiamento tattico che Andrea pretendeva. Pian piano stanno ritrovando la loro identità. Pirlo è stato bravo nel conquistare la fiducia dei giocatori, si vede che lo seguono. Il valore intrinseco della squadra juventina poi resta elevatissimo e non dipende molto dagli allenatori, tutti bravissimi quelli che si sono avvicendati in questi anni alla guida della Vecchia Signora, ma con certi campioni è impossibile non vincere...".
Sta già studiando in vista dell'Europeo (sono nello stesso girone del Portogallo, ndr) come fermare CR7? Ammesso sia possibile... 
"Ronaldo è inarrestabile. Ci aspetta un girone difficilissimo con Portogallo, Germania e Francia da affrontare. Se raddoppi le marcature su Ronaldo o Mbappè restano liberi altri campioni. Per provare a batterli bisogna provare con il collettivo e l’organizzazione di gioco a sopperire alle differenze di talento. Ci proveremo".
A proposito dell'Europeo, lei alla Samp ha giocato con Mancini e tra l'altro ha pure allenato suo figlio Andrea. Le piace l'Italia del Mancio? 
"Mi piace moltissimo l’Italia del Mancio, una delle più squadre più belle per come sviluppa calcio e gioca che mi ricordo nella storia della Nazionale. Questa Italia coniuga i risultati con lo spettacolo e il bel gioco. Per quanto riguarda il mio rapporto con Roberto c’è poco da dire. Siamo ancora in contatto, ogni tanto capita di vedersi in occasioni ufficiali. Prima della Pandemia è capitato in occasione dei sorteggi. Certo quando suo figlio Andrea giocava nella mia squadra (all’Honved Budapest, ndr) ci sentivamo spesso ed era più presente, ma resta uno dei pochi ex compagni con cui ho un rapporto ancora vivo. Con gli altri dopo tanti anni ci si perde di vista...".
Lei nel 1995 fu tra i primi giocatori a migrare all'estero, andando in Messico dove ha conosciuto Marcelo Bielsa. È il suo maestro calcistico? 
"A livello di formazione i più condizionanti sono stati Bielsa e Lucescu. El Loco era un rivoluzionario già nel 1995, all’epoca era tra i primi a lavorare sulla tattica di reparto con la costruzione del gioco dai centrali difensivi. Un fenomeno Bielsa, studiava calcio e partite dalla mattina alla sera".
C'è un allenatore italiano che le piace o segue con interesse? Magari De Zerbi che ha speso parole d'elogio per lei nei giorni scorsi... 
"De Zerbi l’ho sentito un paio di settimane fa. Ci conosciamo da tanti anni, fin da quando era ragazzino visto che suo padre era uno dei capi ultras del Brescia, lo conosco da allora. Al di là dell’affetto che ho nei suoi confronti, c’è da dire che De Zerbi sta facendo un lavoro straordinario con il Sassuolo. È l’allenatore migliore della Serie A. E anche un certo distacco nei confronti degli altri...".
Se arrivasse una chiamata, tornerebbe ad allenare in Italia oppure all'estero c'è più meritocrazia come ha raccontato in passato? 
"In Italia non ho mai avuto vere opportunità, ho potuto allenare solo in Serie C, mentre all’estero in Ungheria ho trovato chi mi ha dato l’occasione di poter dimostrare le mie capacità anche a livelli più alti. In questi anni sono riuscito a costruire qualcosa di importante, vincendo prima il campionato nazionale con la Honved che aveva il budget più basso del torneo e arrivando poi fino alla Nazionale. Il tutto con buoni risultati. Ecco perché, se avessi avuto la possibilità anche in Italia, penso che qualcosa di buono avrei potuto farlo pure in A o B. Se un domani mi chiamassero dai principali campionati europei preferirei andare in Spagna o in Germania piuttosto che tornare in Italia. All’estero c’è più educazione sportiva e pazienza".
Tra i talenti che ha svezzato e lanciato con l'Ungheria c'è Domenik Szoboszlai, mezza Europa lo vuole già per gennaio: diventerà un top player? 
"Mezza Europa lo vuole e ha tutto per diventare un Top Player, non ci sono dubbi. Sarà importante la scelta che farà sul suo futuro. Le offerte non mancano e il campionato in cui giocherà sarà decisivo per la sua maturazione. A 20 anni in pochi hanno la sua qualità. Ha capacità balistiche incredibili".
A chi lo paragonerebbe tra i campioni del passato? 
"Come classe mi ricorda Pirlo, mentre nella facilità di calciare da fermo rivedo in lui Mihajlovic con cui avevo giocato alla Samp. L’unica differenza è che Sinisa era mancino".
Infine una curiosità: per Szoboszlai ha ricevuto più chiamare da Milano sponda Milan o da Londra sponda Arsenal per avere informazioni e referenze sul ragazzo? 
"Dall’Inghilterra nessuno. Ho ricevuto tante chiamate dalla Germania. Italia? Più da Napoli che da Milano. Giuntoli lo conosce bene, ma so che piace tanto e da tempo anche a Maldini".

@GiuliaStronati