la difesa

Diego Armando Maradona, il medico Leopoldo Luque indagato in lacrime: "Non ho nulla da nascondere"

La Giustizia argentina ha avviato un'indagine su Leopoldo Luque, medico personale di Diego Armando Maradona. A darne notizia è La Nacion, sottolineando che l'ipotesi nei confronti del neurochirurgo che lavorava per Diego dal 2016 ma con il quale il fenomeno argentino aveva ultimamente litigato, è quella di omicidio colposo. Il sospetto è che negli ultimi giorni al campione non siano state fornite le cure adeguate e che soprattutto Luque abbia commesso errori e irregolarità. Un'accusa che Luque nega difendendosi tra le lacrime in conferenza stampa: "Volete sapere di cosa sono responsabile? - chiede piangendo -. Di averlo amato, di essermi preso cura di lui, di avergli allungato la vita, di averla migliorata fino in fondo". Poi il giovane chirurgo scende nei dettagli ripercorrendo gli ultimi giorni di vita del campione. Maradona infatti era tornato a casa a Tigre, a nord della capitale argentina, dove aveva ricevuto cure mediche 24 ore su 24 e poteva rimanere vicino alle sue figlie. "Sarebbe dovuto andare in un centro di riabilitazione. Non voleva".

 


Maradona - a detta del medico - era un paziente "ingestibile". Poi Luque è tornato su un altro mistero: quello della mancanza di un defibrillatore all'interno dell'abitazione del Pibe de oro. Su questo il chirurgo ha raccontato di non saperne nulla: "Sono un neurochirurgo. Sono la persona che si è presa cura di lui. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto. Non ho nulla da nascondere. Sono a disposizione della giustizia".