La puntura

Milan, il tifoso Enrico Letta non ha nulla da dire sui "democratici" islamici?

Tommaso Lorenzini

L'accordo per una fornitura di gas con l'Egitto «mi lascia moltissimi dubbi. La vicenda Regeni va oltre la singola vicenda personale drammatica, è un simbolo della necessità di difendere i diritti umani e di fare giustizia». Così parlava due giorni fa a Radio Uno il segretario del Pd, Enrico Letta, schierandosi contro la volontà dell'esecutivo di andare a pescare sotto le Piramidi il gas russo che abbiamo deciso di boicottare.

 

Motivi etici, spiega Letta, per lavarsi le mani in anticipo, nel caso qualcuno avesse avanzato obiezioni, e buttare la palla dall'altra parte del campo come da costume dem: strumentalizzare qualcuno o qualcosa (stavolta l'indicibile tragedia Regeni) per uscirne puliti. Tuttavia, se il metro è lo stesso, il tifoso rossonero Letta dovrebbe togliere la maglietta e rimettere l'elmetto per schierarsi sul fronte del "no" agli arabi che sono sul punto di mettere le grinfie sul "suo" Milan. 

Amnesty International, da sempre riferimento proprio della sinistra, informa che in Bahrain hanno usato la pandemia Covid come pretesto per continuare a sopprimere il diritto alla libertà d'espressione, che il "governo" locale continua a commettere gravi violazioni dei diritti umani, comprese la tortura e altri maltrattamenti, nonché la repressione della libertà di espressione e di riunione. Chi viene schiacciato dalla monarchia liberticida islamica in Bahrain ha meno dignità, o forse "non serve" al Pd?