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Calcio violento e diseducativo per l'81% degli esperti

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I risultati di "L'informazione nel pallone", lo studio dell'associazione Comunicazione Perbene

Roberto Amaglio
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Non bastavano le botte da orbi viste nella finale di Coppa Italia Roma-Inter (compreso il calcione di Totti a Balotelli); e non erano sufficienti nemmeno gli insulti vivisezionati dalla moviola, le risse domenicali in campo e fuori e gli interi battaglioni di agenti di polizia impiegati per scortare le tifoserie avversarie fino allo stadio. Ora a dirci che il mondo del pallone italiano ha uno "sfondo" di violenza diseducativa ci pensa anche Comunicazione Perbene, l'associazione no profit nata per sensibilizzare una comunicazione più ecologica e responsabile. A tal proposito, l'associazione ha realizzato "L'informazione nel pallone", un reportge condotto su oltre 100 esperti tra educatori, psicologi, sociologi, psicopedagogisti e mass mediologhi. I risultati sono interessanti, anche se non certo rivoluzionari. L'81% degli intervistati ha ritenuto non positivo il clima mediatico riguardante il calcio (il 55% lo reputa completamente negativo); il 45% degli intervistati è convinto che allontana i bambini e ragazzi dalla cultura e dai sani principi. Parziale attenuante per il calcio, la trasmissione dei valori dello sport (35%). "E' sotto gli occhi di tutti che l'informazione del calcio non si accorge degli effetti che può avere sulla popolazione", afferma Saro Trovato, presidente di Comunicazione Perbene, sociologo ed esperto di media. "Urla, insulti, risse, litigi caratterizzano molti contenitori dedicati allo sport più amato dagli italiani. Bisogna avere responsabilità e capire che i media possono avere effetti sociali e individuali molto importanti e che sarebbe il caso di iniziare a moderare i toni". Fatto salvo l'impegno dell'associazione (uno studio in più non fa certo male), forse, però, i dati più eloquenti non sono quelli degli esperti, bensì quelli delle famiglie, ormai sempre più costantemente lontane dagli stadi a prescindere dal match e dalla rivalità tra le tifoserie. Insomma, il giocattolo calcio rischia di rompersi. Starà agli addetti ai lavori (tutti compresi) contribuire a metterci le pezze.

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