C’è modo e modo di affrontare la crisi, il Milan dell’entità eterea Gerry Cardinale ha scelto il peggiore, quello dell’indifferenza mescolata all’improvvisazione. Nel mondo del calcio si può giustificare quasi tutto: un mercato sbagliato (capita), un tecnico scelto con troppa superficialità (succede), un’organizzazione approssimativa (si può sistemare). Ma il “quasi” esclude categoricamente rispetto & stile, fattispecie calpestate in casa rossonera in questi giorni di deliri e situazioni mai viste.
Non si è mai vista una dirigenza che fa intendere a tutti quanti di aver liquidato il suo allenatore appena prima di una partita, tra l’altro parecchio importante. Non si è mai visto un tecnico condannato a una conferenza stampa grottesca, imbarazzante, solitaria (al suo fianco, solo un paio di scarpe da pallone parecchio appariscenti). Non si è mai visto un allenatore costretto ad abbassare il finestrino della macchina per annunciare il suo stesso esonero, perché nessuno ha trovato una stilla di coraggio per farlo al posto suo. Non si è mai vista una dirigenza che se ne fotte di quel che accade nel mondo reale, tace, si nasconde, fugge a notte fonda e imbarazza i suoi stessi sostenitori.