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Jannik Sinner, cresce la paura: quanti ricorsi ha vinto la Wada

di Lorenzo Pastuglia mercoledì 29 gennaio 2025

2' di lettura

Jannik Sinner si è sempre detto fiducioso in vista della sentenza del Tas di Losanna. Ma secondo i precedenti, nove ricorsi della Wada su 10 sono stati vinti dall’Agenzia mondiale antidoping negli ultimi cinque anni. Ricorsi portati avanti contro federazioni nazionali e internazionali e agenzie antidoping nazionali accusate di aver comminato pene troppo benevole agli atleti. Anche se, va detto, il caso Sinner ha basi logiche e giuridiche solide più solide rispetto agli episodi che hanno poi trovato una sconfitta. Davanti ai giudici svizzeri la Wada parte con un vantaggio di credibilità istituzionale e che in questa situazione si giocherà davvero il tutto per tutto per non perdere la faccia.

Un esempio di vittoria è quello che vede al centro il maratoneta Sorin Mineran e la canoista Aleksandra Dupik. Nel 2019, per quanto riguarda la prima, la Wada portò al Tas l’Agenzia Nazionale Antidoping della Romania che aveva giudicato il maratoneta, positivo a un Beta-2 Agonista, condannandolo in primo grado a otto anni ma assolvendolo in secondo grado perché la sostanza secondo l’antidoping rumeno — all'epoca dei fatti non era correttamente inserita nella lista dei prodotti dopanti. Il Tas non ebbe dubbi e inflisse quattro anni di squalifica a Mineran. Tre anni fa invece, Dupik era rimasta coinvolta nel celebre caso dello schema dopante del laboratorio di Mosca. Al processo beccò quattro anni di squalifica. 

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La sconfitta della Wada riguarda invece la nuotatrice Shayna Jack (due ori a Parigi 2024). Nel 2020 l’Agenzia l’attaccò pesantemente per essere stata trovata positiva al Ligandrol, ridotto dai quattro anni del primo grado ai due del secondo il periodo di squalifica, considerando l’assunzione "non intenzionale". La Wada riteneva invece l’assunzione intenzionale e ha chiesto che la nuotatrice fosse sospesa per quattro anni, ottenendo anche l’appoggio di Sport Integrity Australia, la potente organizzazione antidoping nazionale. Insomma, Jannik deve stare attento e aspettarsi di tutto.

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