Diversi giocatori del Barcellona giocano con le bende alla mano. Ma secondo l’ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid, e presidente dello Sports Doctors Network, il dottor Niko Mihic, non si tratterebbe di una moda passeggere: “A quelle non ci credo, ha detto di recente in una intervista a Marca — Se vuoi un accesso venoso più facile, usi i polsi. Stiamo assistendo a una nuova tendenza nel calcio, potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calcio balilla e prendendosi la tendinite… così come potrebbe darsi che non abbiano corrotto Negreira”.
Ovvero l’ex vicepresidente del Comitato tecnico degli arbitri spagnolo tra il 2000 e il 2019, che ha ricevuto pagamenti di 7,3 milioni di euro dal Barcellona come sospetta attività di corruzione per influenzare le decisioni arbitrali. Per l’occasione, il Tribunale ha indagato sia Negreira, sia suo figlio ed ex presidenti blaugrana come Bartomeu, Rosell e Laporta. Nel 2024 l'accusa di corruzione è decaduta, ma l'indagine per possibili reati finanziari continua. "Non so cosa stia succedendo, ma quello che voglio dire è che qualsiasi medico sa che se si desidera un accesso venoso più facile, bisogna trovarlo nelle mani e nei polsi”, ha continuato Mihic, facendo capire che quei bendaggi possano nascondere qualcosa di non esattamente conforme allo sport e alle sue regole, pratiche da mettere in atto usando appunto "accessi venosi".
Il giornalista di Marca, a riguardo, ha sottolineato che la sua risposta "è una bella affermazione…”. Mihic ha proseguito con i suoi sospetti: "È una bella affermazione, ma non capisco perché lo stiano facendo e che lo neghino. Che dicano ‘no', ma mostrami cosa stai facendo. Qual è il segreto? Non è per giocare a calciobalilla, vero?”. Quella delle bende è un aspetto “che non abbiamo visto solo nel Barcellona, ci sono molti giocatori di altre squadre, forse potrebbe essere una moda ma io non ci credo. Credo che un giocatore non indossi un equipaggiamento che mostra una lesione, a meno che non sia per porvi rimedio, non perché sia più bello”. Giocatori che lo fanno da Lewandowski a de Jong fino a Gavi, Lamine Yamal e Raphinha.
Secondo l'interpretazione comune, almeno prima che il dott. Mihic allungasse queste ombre, queste bende sono una superstizione, la maggior parte delle quali sono il risultato di una precedente lesione. I calciatori in pratica continuerebbero a tenerle per sicurezza, abitudine o appunto superstizione anche dopo essere guariti. "È pura superstizione — ha spiegato il dottor Antoni Mora, traumatologo e specialista in medicina sportiva — Il primo giorno in cui giochi con una benda sulla mano è probabilmente dovuto a un infortunio. Ci si abitua e, se giochi bene indossandola, la si tiene. I giocatori ci prendono l'abitudine. È diventata una moda ed è una questione estetica". E ancora: “Uno ce l'ha e l'altro lo copia. Non succede nulla alle loro articolazioni — ha concluso Mora — Sono come i tatuaggi. Prima nessuno si tatuava, ora si condividono momenti e si fanno anche tatuaggi insieme. Sono abitudini acquisite e solo una moda. Ci si sente bene e lo si mantiene per superstizione". Evidentemente non tutti la pensano come lui.