A Miami tutto è pronto per il quinto weekend di una Formula 1 dove Piastri comanda la classifica piloti: 99 punti per l’australiano contro gli 89 di Norris. Sabato alle ore 18 si corre la gara Sprint, domenica il gran premio lungo alle 22 (tutto in diretta su Sky e in streaming su Now). Dai muri di Maranello stanno filtrando flebili voci di speranza in vista della gara dopo il podio ottenuto da Leclerc a Jeddah e, soprattutto, dei gran premi europei dove sono attesi gli agognati aggiornamenti che migliorerebbero (condizionale d’obbligo) i destini della SF-25.
La tossicchiante monoposto di Maranello vanta solo una vittoria nella Sprint della Cina e un terzo posto con Leclerc a Jeddah: le McLaren sono ancora lontane, Mercedes e Red Bull meno ma vanno inseguite meglio. Gli spifferi del Circus della Formula 1 registrano altre voci che spiegherebbero le enormi difficoltà incontrate da Lewis Hamilton nei primi cinque gran premi da ferrarista.
Vero che il sette volte campione del mondo ha vinto la Sprint a Shanghai ma nelle altre occasioni è stato sempre dietro Leclerc, subendo ritardi da principiante della F.1. «In questa macchina ancora non mi ci trovo, faccio fatica. E non vedo come migliorare», ha detto il campione londinese. Mediamente, in qualifica e in gara, il suo distacco si è stabilizzato sui 4-5 decimi di secondo. Tantissimo. MALIGNI A questo punto molti hanno malignamente dipinto il 40enne Sir Lewis come bollito, come pilota da pensionare, come un ex che non sa più guidare sbarcato a Maranello per intascare i 45 milioni di euro annui che John Elkann gli ha riconosciuto al momento di firmare il contratto. Così non è: i problemi di Hamilton derivano dai... freni. propri così. Dalla fase che qualunque pilota di Formula 1 affronta prima di affrontare una curva: Sir Lewis non riesce a farlo al meglio semplicemente perché il freno-motore in rilascio della SF-25 lo mette in difficoltà. In Mercedes era abituato ad utilizzare freni della marca Carbon Look, in Ferrari si usano gli italianissimi Brembo. Questo il problema? No. I guai dell’inglese vengono dal motore della SF-25 che, al momento di aiutare l’impianto frenante in fase di decelerazione per entrare in curva, fa perdere decimi preziosi a Lewis, aduso a una ben differente tecnologia quando era in Mercedes.
La SF-25, monoposto il cui progetto è nato male e soltanto la familiarità che ha Leclerc in Ferrari limita e corregge, non aiuta Hamilton in questa fase prima di affrontare la curva, non “sente” la macchina. Anche perché c’è un altro dato emerso dalla telemetria: il tallone d’Achille della SF-25 è il retrotreno dove manca adeguata spinta verticale, rendendo la Rossa poco stabile dietro. E Lewis, oltre al problema della frenatura, patisce il retrotreno ballerino mentre Leclerc che ha una guida tutta basata sull’avantreno adatta il suo stile di guida ottenendo di più dalla non perfetta potenzialità della monoposto. La SF-25 sarà presto corretta, avrà aggiornamenti a Imola ma è a Barcellona che la Ferrari spera veramente di tornare competitiva: in Catalogna la FIA introdurrà nuovi limiti regolamentari per l'ala anteriore che fa volare le McLaren. Vale a dire due gare dopo Imola: non sarà troppo tardi per aspirare a qualcosa di consistente in questo 2025? Nel frattempo la Ferrari ha annunciato per Miami una colorazione speciale della livrea mentre Hamilton e Leclerc lasceranno il rosso e avranno tute bianche e blu. Dettagli che non li faranno, però, andare più veloci.
Nelle ore della vigilia Fred Vasseur ha dispensato il solito cauto ottimismo: «Dopo qualche giorno trascorso a Maranello con Lewis e Charles impegnati al simulatore, siamo pronti. In Florida ci attende il secondo weekend Sprint della stagione per il quale avremo a disposizione soltanto un’ora di prove libere prima della qualifica per la Sprint e dunque il peso specifico del lavoro fatto al simulatore e nei briefing preparatori è ancora più elevato». Si correrà attorno all’Hard Rock Stadium che, lo scorso anno, vide Jannik Sinner trionfare nel torneo 1000 Atp. Il Popolo Rosso incrocia dita e quant’altro.