"Il momento più duro della sospensione è stato all’inizio. Non potevo assistere a nessun evento sportivo. Molta gente questo non lo sa. Non potevo andare allo stadio per vedere una partita di calcio o seguire una corsa ciclistica dei miei amici. Ma sono stato felice di trascorrere del tempo con la mia famiglia. All’inizio ero confuso, non sapevo che cosa fare. Ho capito ancora di più quanto le persone fuori dal campo siano importanti per darti la forza di andare avanti e tornare a sorridere". Così Jannik Sinner nel corso della conferenza stampa pre-Internazionali di Roma.
"Se Sinner è emozionato per il ritorno? Questa è una passeggiata rispetto all'ultimo anno vissuto, con tutto quel peso sulle spalle. Ora è finalmente tutto archiviato". Così il coach di Jannik Sinner, Simone Vagnozzi, durante gli Internazionali d'Italia. "Abbiamo provato a gestire questi tre mesi nel miglior modo possibile - dice parlando del periodo di sospensione -. Ho sentito che è un vantaggio aver avuto questo stop, ma se fosse così perché nessuno si è mai fermato così tanto? Poi come tutte le cose proviamo a prendere gli aspetti migliori, ma sappiamo di arrivare qui senza partite. Negli ultimi 5 mesi abbiamo giocato appena due tornei, non è un vantaggio questo".
Ecco allora che anche secondo Vagnozzi l'obiettivo a Roma è "giocare più gare possibili per riprendere ritmo e arrivare bene a Parigi". Ieri Sinner parlando dei colleghi che gli hanno scritto durante la squalifica ha detto come sia rimasto sorpreso dai messaggi di vicinanza di alcuni di loro dai quali non se li aspettavi. "C'era anche Kyrgios? Non credo proprio…", la risposta di Vagnozzi. Infine una battuta sul proprio futuro e su quello di Cahill da allenatori di Jannik: "Mi sentirei adatto anche a farlo da solo, ma con questi giocatori di così alto livello è importante avere una spalla - ha concluso Vagnozzi -. Cahill, poi, vorrei che rimanesse altri 5 anni, forse è il migliore coach al mondo oltre che una persona speciale".