Jannik Sinner, o meglio il caso doping che lo ha visto protagonista, torna a far discutere. Nei mesi scorsi era stata Federica Pellegrini a sollevare il polverone, ora a lanciare una frecciata ci pensa Matteo Giunta. Il marito della campionessa di nuoto, ospite a La Volta Buona in onda su Rai 1, ha ribadito la loro posizione in risposta alle parole di Filippo Volandri. L'allenatore di tennis si era pronunciato così sulle dichiarazioni della Pellegrini in merito all'accordo di Sinner con la Wada: "Quando io sento persone che giudicano, come per esempio nel caso della Pellegrini, penso magari ha una laurea magistrale in giurisprudenza e noi non ne eravamo a conoscenza; quindi, è un avvocato e non lo sapevamo, o si è letta le oltre 40 pagine della sentenza. Ma anche nel caso in cui dovesse averle lette ha dimostrato di non averle capite. Quando poi addirittura provano a emettere le sentenze, quello mi fa storcere il naso".
E ancora: "O sei competente e allora hai tutto il diritto di dare un’opinione, oppure non sei competente e allora apprezzo quelli che lo hanno ammesso e non si sono esposti. Di tutta questa storia ho apprezzato soprattutto quelli che hanno detto che non si sarebbero espressi perché non avevano le competenze o le informazioni per poterlo fare".
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Dichiarazioni che non sono andate giù a Giunta, già allenatore e preparatore atletico. Il 43enne, approfittando dell'ospitata da Caterina Balivo, ha ricordato di non aver voluto fare alcuna dichiarazione "perché vengono sempre male interpretate. Più tu cerchi di spiegare le cose, più si attaccano ha delle piccole situazioni che vengono sempre fraintese. Poi, se qualcuno è un odiatore seriale, troverà sempre il modo per attaccarti nel bene o nel male". Da qui è arrivata la frecciata: "Per me che ho sempre vissuto nel mondo dello sport da tutta una vita, così come per Fede, il discorso del doping è un argomento molto sensibile e per noi c'è sempre stata tolleranza zero. Quando si usano queste cose è giusto che l'antidoping sia severo e molto rigido nel suo regolamento. Succedono poi casi con degli effetti collaterali in cui l'atleta, magari inconsapevolmente, comunque senza dolo, cade in questo problema".