L’addio si è consumato ufficialmente martedì, quando Simone Inzaghi ha salutato l’Inter per la nuova avventura, targata Al Hilal. Il tecnico firmerà in settimana e, secondo alcune fonti, avrebbe incontrato proprio la dirigenza del club saudita il giorno prima della finale.
I nomi fatti dall’allenatore per essere portati in Arabia sono Bastoni e Barella, ma entrambi avrebbero rifiutato. In ballo restava Acerbi, ma anche lui rimarrà a Milano. Il tentativo di costruire un nuovo blocco italiano fuori dall'Inter sarebbe quindi fallito sul nascere. A Monaco, l’ex Cagliari ha sorriso in modo eloquente di fronte alle domande sul futuro del suo allenatore. Inzaghi ha risposto con diplomazia: "Ho offerte dall'Arabia e non solo, ma pensiamo solo alla finale e poi ci incontreremo come abbiamo sempre fatto, pensando solo al bene dell'Inter".
Molti media si sono poi chiesti se la sconfitta contro il Psg sia derivata anche perché l'ambiente non fosse già logorato dalle voci sull'addio imminente del tecnico. La rescissione consensuale, ufficializzata il 3 giugno, ha messo fine a un ciclo cominciato esattamente quattro anni prima, con l'hashtag #WelcomeSimone. Ma forse la rottura era già avvenuta qualche giorno prima, in silenzio, sotto traccia. Il 31 maggio, dopo la goleada subita all'Allianz Arena, il destino era già scritto.