Su Lorenzo Lucca le genti si dividono. C’è chi non ci vede niente di magico e chi ci vede grandi margini di miglioramento. Sembrano collimare le valutazioni dei club italiani che iniziano a comporre una fila per averlo: dietro al Napoli che cerca un vice-Lukaku, ecco il Milan che vuole un centravanti diverso da Gimenez e l’Atalanta che potrebbe cedere Retegui per una cinquantina di milioni. Ma anche la Roma in caso di partenza di Dovbyk ci penserebbe. Ebbene, Lucca in questo momento è come il prezzemolo, lo mettono quasi ovunque anche se non si capisce bene perché. Sono due anni che gioca titolare nell’Udinese eppure non ha compiuto il salto di qualità definitivo.
È convinzione diffusa che per riuscirci debba cambiare squadra, alzando il livello. Non ha più molto tempo, a settembre farà 25 anni e noi dovremmo smettere di considerare giovane un 25enne. Non lo è, nel calcio. Comunque non è soltanto dai gol che si giudica un attaccante. Lucca ne conta 23 in 75 presenze in questo biennio con l’Udinese. Una rete ogni tre gettoni circa. Bene ma non benissimo, ma abbastanza per avere una valutazione da 40 milioni.
Eccessiva per il Napoli così come per Milan e Atalanta che al massimo si spingerebbero a 30, cifra ritenuta più onesta e limite per i centravanti in serie A: Rete gui, Lukaku e Gimenez sono stati acquistati con quel budget. Tutte valutano altri centravanti ma poi tornano a Lucca perché costa meno ed è italiano, il che aiuta. Conte e Allegri, infatti, vorrebbero più italiani in rosa. C’è la fila ma non ci sarà un’asta. Probabilmente sarà l’Udinese ad abbassare le pretese quando il giocatore chiederà di essere ceduto.