Non serve aspettare l’ultima giornata di finali, che pure potrebbero arricchire il medagliere azzurro, per dirlo. L’Italia ha già il suo simbolo ai Mondiali di Singapore, è romana e si chiama Chiara Pellacani. Simbolo perché, come giusto dieci anni fa a Kazan aveva fatto Tania Cagnotto, torna a casa con tre medaglie nei tuffi e una è d’oro. Simbolo perché come Tania si è saputo riprendere dopo due quarti posti amarissimi, quelli delle Olimpiadi di Parigi un anno fa (per la Cagnotto era stata Londra 2012). Simbolo anche perché 4 anni fa ha fatto le valigie e da allora studia negli Stati Uniti.
La quasi 23enne romana l’oro l’ha conquistato nel sincro misto da 3 metri insieme a Matteo Santoro, ma si è confermata fenomeno nelle gare individuali. Ha chiuso la sua spedizione personale con un bronzo dai 3 metri dietro le formidabili cinesi Jiwen Chen (389.70 punti) e con Jia Chen (356.40 punti) a quota 323.20, con Elisa Pizzini ottima decima. «Dopo le delusioni di Parigi - le sue parole - ho lavorato moltissimo per ottenere questi risultati e la medaglia ha un valore enorme per me. Non si fa mai l’abitudine a salire sul podio. Lascio il Mondiale con tre medaglie, era il mio obbiettivo e ora so qual è il lavoro da fare in vista delle Olimpiadi di Los Angeles».
Per lei, quasi casa anche se vive stabilmente dall’altra parte degli States. Nel 2021 ha lasciato Roma e la sua comfort zone per andare a studiare psicologia: due anni alla Louisiana State University, gli ultimi due alla University of Miami ed è prossima alla laurea in psicologia. Poi molto probabilmente seguirà un Master in Comunicazione e completerà così la sua formazione. Vent’anni fa, perché la differenza è questa, ci aveva provato anche Tania. Un anno negli Houston Cougars (ma era stata scelta anche da Miami e Iowa) per studiare Scienza della Nutrizione e per allenarsi con un altro mostro come la Pakhalina, ma non faceva per lei ed era tornata in Italia. Chiara invece è rimasta e regge il ritmo: sveglia e colazione, lezione dalle 8 alle 9 poi 2 ore e mezza di allenamenti. Il pranzo, ancora lezione, alto round di allenamenti almeno fino alle 18 e poi lezioni fino a sera, tutti i giorni.
Sarà così da fine agosto anche per Matteo Santoro che la raggiungerà a Miami e per Sara Curtis che invece è stata reclutata dalla Virginia University (dove nuota anche Jasmine Nocentini), sempre con una borsa di studio sportiva, perché altrimenti diventerebbe decisamente complicato. Come loro Anita Bottazzo, che ha studiato quest’anno alla University of Florida e ai Mondiali è stata in finale nei 100 rana mentre oggi farà quella dei 50 insieme a Benedetta Pilato. Negli States in passato è stato Federico Burdisso, alla Northwestern University, e Ludovico Viberti alla Florida Southern College giusto per citarne altri due che erano ai Mondiali di Singapore.
Tutto questo con l’appoggio di società e Gruppi Militari, visto che Pellacani è una finanziera. Tutto questo perché in Italia è impossibile programmare un percorso accademico e sportivo come quello degli States, nei quali almeno il 15% degli atleti universitari proviene dall’estero. Thomas Ceccon e Alberto razzetti invece hanno scelto quest’anno l’Australia, ma solo per allenarsi. Il leader azzurro ieri ha abbassato il primato italiano dei 100 farfalla, ma in finale ha chiuso ottavo. Record europeo, dopo 17 anni, invece per Simona Quadarella negli 800 chiusi con un ottimo quarto posto, così come Leonardo Deplano nei 50 stile e la 4x100 stile mista (altro record italiano). Qui c’era anche Sara Curtis che ha mancato la finale dei 50 stile. Gli Stati Uniti la faranno crescere.