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Sinner e il virus, "cosa c'è di strano": valanga di fango

venerdì 22 agosto 2025

2' di lettura

Quando si parla di Jannik Sinner, ogni gesto viene amplificato, analizzato, messo in discussione. Ma davvero c’è bisogno di sollevare un polverone per un ritiro dovuto a un virus? A chiederselo è Raffaella Reggi, ex campionessa e oggi voce tecnica di Sky Sport, che durante la finale del Masters 1000 di Cincinnati — dove il 24enne di Sesto Pusteria ha gettato la spugna contro Carlos Alcaraz dopo appena ventitré minuti — non ha usato mezzi termini: “Ho sentito e letto cose semplicemente allucinanti. Jannik si è ritirato perché stava male e si è scatenato un polverone incredibile. Ribadisco: allucinante”, ha esordito nell’intervista al quotidiano trentino Il Dolomiti.

Il campione di Sesto era debilitato, febbricitante, incapace di reggere i ritmi forsennati dello spagnolo. “Con 38 di febbre e un virus in corpo è difficile stare in piedi, figuriamoci giocare una partita con quel caldo”, ha aggiunto Reggi, ricordando anche le condizioni proibitive del torneo, spalmato su dodici giorni e con continui sbalzi tra aria condizionata e campi roventi. “Sinner è già stato bravo a scendere in campo per onor di firma, ci ha provato e poi si è fermato. Cosa c’è di strano in tutto questo? Niente, alla fine è un essere umano anche lui e può prendersi un virus”.

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Eppure, osserva l’ex tennista, “ormai quando si parla di Sinner non c’è più equilibrio”. La residenza a Montecarlo, la scelta di saltare Toronto, persino uno starnuto diventano materia di discussione. “È incredibile: abbiamo il miglior tennista del mondo e non riusciamo a goderci le sue vittorie. Bisogna sempre fare polemica”.

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Dopo il trionfo a Wimbledon e il ritiro di Cincinnati, l’obiettivo ora è l’US Open, dove Sinner esordirà contro il ceco Kopriva. Per Reggi non ci sono dubbi: “Ha ripreso ad allenarsi, il problema è alle spalle. Le energie vanno centellinate in funzione degli Slam: è lì che punta davvero”.

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