Sinner, Barazzutti: "Alcaraz ha un solo difetto e Jannik sa come sfruttarlo"

di Leonardo Iannaccidomenica 7 settembre 2025
Sinner, Barazzutti: "Alcaraz ha un solo difetto e Jannik sa come sfruttarlo"

3' di lettura

Chi addenterà la Grande Mela, stasera? Chi farà suo, per la seconda volta, il trofeo degli US Open? Chi sarà il numero 1 del tennis? Jannik o Carlitos, due che a Flushing Meadows hanno già vinto, lo spagnolo nel 2022 e la Volpe Rossa lo scorso anno? I confronti diretti sono 9-5 per lo spagnolo e 6-2 sul cemento, dettaglio non trascurabile.
Corrado Barazzutti, eroe del tennis azzurro, “legge” per Libero il grande appuntamento di stasera che sarà trasmesso alle ore 20 su Sky e su Supertennis. Una finale alla quale Sinner è arrivato superando in quattro set (6-1, 3-6, 6-3, 6-4) con qualche sofferenza il canadese Auger-Aliassime nella semifinale, ottenendo l’87esima vittoria negli slam e superando Nicola Pietrangeli; Alcaraz, invece, ha regolato Nole Djokovic (6-4, 7-6, 6-2) e, vincendo stasera, tornerebbe dopo due anni esatti al numero 1 dell’Atp totalizzando 11.540 punti contro i 10.780 di Sinner che è sul trono da 65 settimane.

Barazzutti, che finale sarà? Bella come l’entusiasmante corrida tennistica del Roland Garros, finita al super tie-break, oppure dispari come quella di Wimbledon vinta da Sinner? 
«L’importante è che vinca Jannik. Però posso dire che sarà equilibratissima. Tutti e due partono con il 50% di possibilità, non ci sono mai favoriti quando si incontrano». Alcaraz ha vinto sei volte sul cemento contro le due di Jannik. 
«Dati che contano sino a un certo punto, ogni partita fa storia a sé se sono in campo i due più forti del mondo. E lo sono di gran lunga, a giudicare chi c’è dal numero 3 in giù nella classifica Atp».
Nel giro delle scommesse lo spagnolo è leggermente favorito. 
«Sta giocando divinamente ma Sinner è un fuoriclasse che sa benissimo cosa fare e alzare il livello quando conta».
Se vince, fa tris nei major 2025 e mancherebbe il Grande Slam per un soffio. 
«Vero, lo fallirebbe solo per il match-point perso al Roland Garros. Beh, il Grande Slam è alla sua portata, in futuro».
Contro Aliassime ha avuto un passaggio a vuoto nel secondo set: preoccupante? 
«Ma no, anche Carlos ne ha seppur contro Djokovic abbia messo in mostra una forma fisica e psicologica mostruosa. Diciamo che sin dal primo giorno, qui ha New York, ha fatto vedere di essere molto in palla ma, ripeto, Sinner ci ha abituato a tutto».
Musetti ha definito opprimente il tennis di Jannik. 
«Vero, gioca quasi tutti i colpi a pochi centimetri dalla linea di fondo, detta ritmi impressionanti risponde sempre e non dà respiro nel palleggio. Durissima giocargli contro».
Alcaraz cosa deve escogitare per non rimanere intrappolato? 
«Deve provare a picchiare duro sul lato destro del campo, lì Sinner ha denotato anche contro Musetti alcuni esitazioni. Ma briciole».
E Sinner quale contraccolpi deve proporre contro Carlitos? 
«Dovrà stare attento alle continue variazioni e colpirlo al cuore nelle pause, che lo spagnolo ha».
Nel 2022 giocarono un match incredibile nei quarti di finale proprio qui a Flushing Meadows. 
«Lo ricordo, finì alle 2 di notte e McEnroe rimase stupito da quei due ragazzi che sono poi diventati i re del tennis moderno».
Sinner è arrivato qui a New York alla quinta finale slam consecutiva. 
«Stiamo parlando di un marziano del tennis ed è una fortuna che sia italiano».
Ci consenta una battuta: come tipologia del tennis offerto da Sinner e Alcaraz ci torna in mente il suo e quello di Panatta. 
«Ah, come battuta l’accetto: Jannik più regolarista, Carlitos più vario. Ma stiamo parlando di mezzo secolo fa. Un altro tennis, un altro mondo. Stasera godiamoci questi due extraterrestri».
Ha ragione Bublik quando parla di fuoriclasse generati dalla... Intelligenza Artificiale? 
«Buona, questa. In effetti...».