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Gennaro Gattuso, esordio tra luci e ombre. Ma ha incollato gli italiani alla tv

Il ct della Nazionale ha certamente ancora tante cose da sistemare ma è già stato capace di trasmettere delle emozioni raggiungendo il 39.8 per cento di share
di Fabrizio Biasin mercoledì 10 settembre 2025

3' di lettura

Delle prime due uscite azzurre griffate Ivan Gennaro Gattuso si possono dire diverse cose, tutte legittime. Si può dire che l’Italia continua a fare una fatica boia, che la “rondine” con l’Estonia non ha fatto “primavera” con Israele, che manca un equilibrio tattico, che nella partita di Debrecen si è visto più casino che pallone, che bisognava fare di tutto per diminuire lo svantaggio in termine di differenza reti e invece “ciccia”, che a tratti siamo stati in imbarazzante difficoltà contro una Nazionale che almeno teoricamente vale meno della metà della nostra, che abbiamo sì finalmente trovato una chiave in fase offensiva (10 gol in due partite) ma ci siamo smarriti in quella difensiva, che- in definitivasiamo ancora in alto mare e francamente non poteva essere altrimenti.

Ecco, l’era Gattuso è iniziata con qualche luce, altrettante ombre, ma anche con sei punti su sei (se li avevate dati per scontati siete legati a lontane certezze), un secondo posto nel girone di qualificazione quasi garantito (buttalo via...) e, soprattutto, abbiamo ritrovato un friccicore che mancava da tempo, quella “voglia” di azzurro smarrita dopo i recenti e drammatici flop, tra mancata partecipazione al Mondiale in Qatar e l’Europeo imbarazzante dell’anno passato. Gattuso ha certamente ancora tante cose da sistemare - non potrebbe essere altrimenti, è arrivato 5 minuti fa - ma è già stato capace di trasmettere delle emozioni e scusate se è poco. Il tragicomico 5-4 a Israele ha contribuito ad attizzare le folle (ben 7.852.000 spettatori medi davanti alla tv col 39.8% di share) ma il resto lo ha fatto lui insieme al suo staff: i primi piani ringhiosissimi, le urla, i tentativi di placare gli animi a fine partita che in un amen si trasformano in incazzature, quel sano, verace e affatto artefatto modo di fare che coinvolge con naturalezza.

È impossibile voler male a Ringhio perché è sempre stato onesto, ha sempre scelto di salire sulle navi in tempesta, si è sempre preso tutte le responsabilità- spesso e volentieri anche non sue -, si è sempre reso disponibile e, quindi, ha meritato questa occasione azzurra che per qualcuno è anche una condanna annunciata. E siccome lo ha fatto con tutta la limpidezza che lo ha sempre contraddistinto non possiamo fare altro che empatizzare, sederci sulla panca insieme a lui e soffrire al suo fianco: i gol incassati dall’Italia non sono più pretesti per puntare il dito nei confronti del Ct di turno ma ferite che incassiamo tutti assieme. E tutti assieme proveremo a venir fuori da questa situazione collosissima, quella di una nazionale troppo gloriosa per sentirsi in discussione contro avversarie di medio/basso livello, ma anche troppo in difficoltà per poter vivere serate in cui si vince-facile “in quanto Italia”.

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L’uomo perfetto per vivere questa fase è proprio Ivan Gattuso, uno che per tutti è “quello della grinta” ed è così, di sicuro quella non gli manca, ma è anche tecnico capace, moderno e circondato da collaboratori validissimi. Ed è proprio questa la sua missione: portare tutti noi dal purgatorio dei Mondiali giocati dagli altri, al paradiso di un Mondiale con l’Italia nel posto che le compete. Facciamo il tifo per Ringhio perché è il nostro Ct, ma anche perché in un mondo saturo di “mezze facce” è impossibile voler male a una persona vera al 100%.

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