Altro che crisi: Jannik Sinner è semplicemente inarrestabile. Devastante. Debordante. Siamo al Six Kings Slam, il ricchissimo torneo - senza punti validi per la classifica Atp ma con un montepremi da record - che si gioca in Arabia Saudita. E dopo aver "triturato" Tsitsipas, il ragazzo di San Candido - detentore del titolo - liquida anche Novak Djokovic. Quasi, non c'è partita. Ora, la finalissima più attesa, quasi inevitabile: quella con Carlos Alcaraz, lo spagnolo numero 1 al mondo contro il numero 2 recentemente "declassato".
Nel primo set, Djokovic tiene botta. A chiudere la pratica ci pensano tre ace di Jannik, che porta a casa la prima partita con il punteggio di 6-4. Una giornata magica, al servizio, per l'altoatesino: un diluvio di ace e servizi vincenti. Nel secondo set, la leggenda serba non regge, Sinner è semplicemente troppo. Troppo forte, perfetto, determinato. Piazza due break, è un rullo compressore. Chiude la pratica con un secco 6-2.
Una partita per certi versi impressionante, quella dell'azzurro. Una dichiarazione d'intenti. Il tutto dopo le belle parole spese da Nole nei suoi confronti, proprio quel Nole che, in passato e in particolare sulla vicenda Clostebol, era apparso un po' ambiguo sul nostro campione. Gli hanno chiesto quale sia il giocatore che più lo ricorda. E il serbo, senza dubbi, ha risposto: "Sinner, è chiaro. È magro come me, colpisce molto forte, fa tutto benissimo sul piano strategico e riesce sempre a essere ovunque. Mi ricorda me nei tempi migliori". Parole che, per certo, saranno piaciute a Sinner. Il quale, pochi dubbi al riguardo, questa sera in Arabia Saudita ha dimostrato in modo lampante, quasi brutale, di ricordare davvero il Djokovic dei tempi migliori. Ora, la finale. Ancora Alcaraz. Sempre lui. Sempre Jannik contro Carlos...