Philippe Mexes oggi vive lontano dai riflettori del calcio, ma i ricordi della sua carriera restano vivi, soprattutto quelli legati ai grandi campioni con cui ha condiviso lo spogliatoio. Tra questi, Zlatan Ibrahimovic occupa un posto speciale, e non solo per la sua classe. “Lui mi ha traumatizzato”, ha raccontato l’ex difensore francese nel podcast Kampo, parlando dell’anno vissuto insieme al Milan nella stagione 2011-2012.
Mexes, che ha incrociato Ibra anche da avversario, non ha dubbi nel definirlo tra i più forti mai affrontati: “Ha la mentalità da vincente, da killer, è sicuro di sé. È tosto”. Eppure, quel carisma e quella leadership che lo hanno reso unico in campo avevano anche un effetto collaterale: “Ti traumatizza! Ha traumatizzato tanta gente, davvero”. Non per cattiveria, precisa Mexes, ma per una competitività estrema: “Non direi egoista — spiega — È un vincente, uno che trascina la squadra verso l’alto. Ma mette addosso una pressione enorme”.
Il francese ha ricordato anche alcuni episodi che mostrano quanto fosse duro il carattere dello svedese: “Se non gli dai la palla ti manda a quel paese. L’ho visto farlo con tanti giocatori, anche giovani come El Shaarawy. A lui serve il pallone perfetto, il passaggio perfetto. Questo mette molta responsabilità su chi deve servirlo”. Mexes ha spiegato che per molti giovani, trovarsi accanto a Ibrahimovic era quasi intimidatorio: “El Shaarawy aveva 17 anni, tremava. Non era abituato a sentirsi addosso uno che ti dice: ‘Me la dai bene o sono guai’”. E conclude: “Con lui ogni allenamento era una battaglia. Voleva vincere sempre. Non avevi un secondo per respirare o distrarti”.