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Coppa Davis, Cobolli e Berrettini "tutti ubriachi"? Occhio al video

di Lorenzo Pastuglia lunedì 24 novembre 2025

2' di lettura

La conferenza stampa successiva alla vittoria dell’Italia in Coppa Davis è diventata in pochi minuti un piccolo cult, un momento di comicità spontanea che racconta meglio di qualsiasi parola la leggerezza e l’entusiasmo di una squadra che ha scritto la storia. La scena parte in modo normale: un giornalista straniero formula una domanda in inglese, l’interprete inizia a tradurre e all’improvviso l’intero tavolo azzurro scoppia a ridere. Senza un vero motivo apparente. Tutti, dal primo all’ultimo.

Il capitano Filippo Volandri è il primo a cedere: guarda il cellulare nel tentativo di distrarsi, ma deve coprirsi la bocca per non farsi vedere ridere. L’interprete, che si rende conto del clima surreale, commenta con un ironico “È dura eh…”, frase che rimarca ancor più l’impossibilità di ristabilire un minimo di compostezza. L’euforia è alle stelle: la squadra ha appena vinto la terza Davis consecutiva, per di più senza Jannik Sinner e senza Lorenzo Musetti, e il successo ha sciolto ogni tensione rimasta. Una gioia incontenibile che ha fatto commentare a molti sui social con toni scherzosi: "Tutti ubriachi?".

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Il momento comico esplode del tutto quando viene posta una domanda a Flavio Cobolli, seduto accanto a Volandri e ancora carico di adrenalina dopo il successo su Munar. Il giornalista gli chiede che cosa abbia provato nel piazzare il punto decisivo, ma la traduzione scatena una nuova ondata di risate. Cobolli ride di gusto, mentre Matteo Berrettini prova a richiamarlo: “Dai… Flavio che poi…”. Il romano tenta di giustificarsi con un candido: "Ho capito… ma se mi fate ridere”.

Il culmine arriva poco dopo, quando una giornalista insiste con una domanda e Cobolli, ormai stremato dalla situazione, sbotta scherzosamente: “Oh… no, ma che è un’interrogazione?”. È il segno definitivo di una squadra libera, felice, travolta dalla propria stessa gioia: una conferenza stampa destinata a restare negli annali, proprio perché autentica e irresistibile.

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