La classifica in Champions basterebbe da sola a spiegare che l’Inter potrebbe permettersi di giocare a Madrid senza sentire l’obbligo di vincere. Punteggio pieno e qualificazione ai playoff già matematicamente raggiunta: insomma, la situazione ideale, se non fosse che la sconfitta patita nel derby chiama gli uomini di Chivu a una reazione tanto immediata quanto energica. Determinazione che i nerazzurri dovranno recuperare prima di tutto ristabilendo il giusto equilibrio mentale: «Il bello del calcio è che offre subito una rivincita, contro il Milan ci abbiamo messo qualità, maturità e concentrazione ma è mancato un pizzico di fortuna e anche un po’ di cinismo. Ci aspetta un’altra competizione e sappiamo quanto sia difficile affrontare l’Atletico in casa loro». Così si è espresso Cristian Chivu, che in conferenza stampa, con capitan Lautaro seduto accanto, ha manifestato l’esigenza di voltare immediatamente pagina: «Barella ha detto una cosa interessante, meglio essere presi a pallonate e perdere 3-0. Non so se ha ragione, da allenatore devo vedere anche la parte buona. Alleno una squadra matura e sono sicuro che sono in grado di capire che partita hanno giocato contro il Milan».
C’è di buono che per quanto complessa, la sfida contro i Colchoneros offre spunti simili rispetto al derby: anche quella di Simeone è una squadra che si difende compatta e riparte con cattiveria. Per quanto riguarda gli uomini, invece, è probabile che Chivu si affidi a qualche cambio: ieri il tecnico rumeno ha particolarmente sollecitato sia de Vrij che Frattesi, mentre in attacco Pio Esposito sembra il candidato numero uno per affiancare Lautaro Martinez dal primo minuto di gioco. L’altro dubbio riguarda la fascia destra: l’esperimento Carlos nel derby è andato male e Chivu sta pensando di offrire una chance a Luis Henrique. Intanto Simeone ripropone un grande classico: «Nel mio percorso immagino di allenare un giorno anche l’Inter». Chivu gli risponde a tono: «Come mi sento quando affronto lui e altri con la sua esperienza? Mi sento un allenatore come loro, con la mia esperienza nel calcio. Lui è da 14 anni in questa società, ma io non mi sento né migliore né peggiore».