Fabio Fognini, ospite di Belve, si è presentato con lo stesso spirito che lo ha sempre distinto in campo: irriverente, diretto, incapace di filtrare ciò che pensa. Con Francesca Fagnani ha ripercorso gli anni della sua carriera, alternando autocritica, ironia e qualche frecciata, soprattutto quando si è parlato dei confronti continui con Jannik Sinner, tema che per anni lo aveva infastidito quando ancora giocava. In passato lo aveva ammesso senza mezzi termini: “Fate sempre la stessa domanda”.
Ora, lontano dalle pressioni del circuito, Fognini affronta quelle stesse questioni con un’altra leggerezza. Alla provocazione della conduttrice — “Se scambierebbe sarebbe stato meglio nascere Sinner o Fognini?” — l’ex numero 9 del mondo ha risposto senza girarci intorno: “Sono consapevole che se durante la mia carriera avessi lavorato su questo aspetto, sarebbero arrivate tante altre cose. Sinner è il numero uno al mondo, quindi firmo. Dammi il foglio e firmo. Però l’averlo vissuto alla Fognini, Jannik un pensierino lo farebbe”.
La Fagnani gli ha poi chiesto se ci sia qualcosa che lui possiede e che Sinner, con il suo rigore quasi granitico, non ha. Anche in questo caso la replica è stata immediata: “Spontaneità — aggiunge —. Sono uno molto spontaneo, uno molto vivace, allegro e che soprattutto, come mi hai ricordato prima, dice le cose in faccia, diretto”. Alla battuta della conduttrice — “A differenza di quel Sinner che le dice alle spalle…?” — Fognini ha sorriso, ma ha precisato: “No, però diciamo che è un carattere sicuramente diverso. È difficile fare i paragoni. Però firmerei”.
Riflettendo su se stesso, il campione ligure ha mostrato una maturità nuova, quasi riconciliata con gli errori: “Non ho mai voluto cambiare per piacere agli altri — conclude — Sono stato così, ho vissuto la mia carriera con alti e bassi, però ti dovrei dire che sì, sono uscito a testa alta”.