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OPINIONE

Yildiz e Locatelli valgono più di Serra e “Cuzzo”

di Mario Sechidomenica 14 dicembre 2025
Yildiz e Locatelli valgono più di Serra e “Cuzzo”

2' di lettura

La Juve non è in vendita ma tutto il blasone della casata degli Agnelli è certamente esposto a una tempesta che non è figlia del caso. L’erede dell’Avvocato, John Elkann, nel giro di pochi anni ha messo in piedi una strategia di allontanamento dall’Italia: Stellantis è passata ai francesi nonostante Exor ne sia ancora il principale azionista; Magneti Marelli, un gioiello dell’elettronica per l’automotive, è stata venduta; l’avventura editoriale con Stampa e Repubblica è finita in un pianto greco; la Ferrari in Formula Uno è un incredibile fiasco sportivo e tecnologico; l’offerta di Tether sulla Juve è un segno dei tempi, nessun azionista di minoranza avrebbe mai osato prima fare una mossa del genere. Sia chiaro, Elkann ha tutto il diritto di comprare e vendere ciò che vuole, quello che sconcerta è lo stile incauto con cui si muove, guardate il video che ha pubblicato ieri online per smentire la cessione della Juve: si è presentato in tuta, ora voi ve lo immaginate Gianni Agnelli che si presenta con la felpa col cappuccio?

L’Avvocato era un tipo eccentrico, portava l’orologio sopra il polsino, gli stivali da montagna con l’abito elegante ma, santo cielo, trasudava una classe enorme, lui era lo stile, non un appassionato di moda. Il linguaggio dei segni dice molte cose, presentarsi in tuta con la scritta Juventus non è un segno d’orgoglio è la necessità di far apparire che credi in qualcosa.

La tempistica è talmente disgraziata che quando John afferma orgogliosamente che la Juve non si tocca, dimentica che nel frattempo sta vendendo i giornali, se fossi un cronista della Stampa o di Repubblica mi girerebbero parecchio, Elkann sta dicendo al mondo che Yildiz e Locatelli sono più importanti di Annalisa Cuzzocrea - nota come la “Cuzzo” - e Michele Serra, che almeno hanno il dono entrambi dell’umorismo involontario.