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Emmanuelle Girard, scandalo nel tennis: "Depilati". E quelle storie sessuali...

di Redazione lunedì 15 dicembre 2025

4' di lettura

Una brutta storia, quella che ha visto protagonista Emmanuel Girard. La 26enne tennista ha raccontato all'Equipe di essere stato oggetto di umiliazioni da parte del suo primo allenatore. Arrivata in Francia a 14 anni dopo essere stata scovata da un talent scout, la giovane ragazza approdò nel CREPS (Centro di risorse, di competenza e di performance sportiva), preludio a quello che sarebbe stata la sua carriera. Lì fu affidata a un coach. E da quel momento ebbe inizio il suo calvario. "In allenamento piangevo in campo - ha confessato -. Io sono una ragazza molto rigorosa, non ho tantissimo talento, ma lavoro tanto. Appena sbagliavo qualcosa, quello mi distruggeva: ‘Sei solo una mer***, come puoi fare una cosa del genere?’. Avevo 14 anni, avevo appena lasciato la mia isola… Dovevo trattenere le lacrime perché non vedesse che piangevo. Non avevamo il diritto di sbagliare in allenamento, non avevamo il diritto di piangere, non avevamo il diritto di mostrare le nostre emozioni'".

"La sera dovevamo spegnere i telefoni alle 21:30 - ha rivelato -. Lo aveva imposto lui. A volte chiamava la sera per controllare. Se il telefono squillava, il giorno dopo venivi sgridata in riunione davanti a tutte e ti confiscava il telefono per una settimana. Per collegarci al wifi avevamo un identificativo e dovevamo inserire il numero della stanza. Controllava ogni giorno chi si collegava e a che ora".

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E ancora: "Non avevamo il diritto di mangiare ciò che volevamo. In torneo non avevamo il diritto di parlare con gli altri giocatori, dovevamo restare tra di noi… Era quasi una setta. Ci tagliava fuori da tutto, ci isolava, ci sorvegliava continuamente. Non potevamo avere fidanzati. Ed era iper invadente. Un giorno mi ha detto: ‘Sento che hai il ciclo. Quando cammini sento l’assorbente che si piega’. Io avevo 15 anni, lui 42 o 43. Ci raccontava anche le sue storie sessuali… A un’altra ragazza ha detto: ‘Dovresti depilarti le gambe e le ascelle’. Aveva 14 anni".

Durante una tournée in Guatemala e Costa Rica, Emmanuel riuscì ad arrivare fino ai quarti. Non il risultato sperato dal suo allenatore che per questo motivo se la prese con lei: "Dopo il match mi distrugge: ‘È inaccettabile, sei davvero solo una merda! Dovrai riflettere sulle conseguenze delle tue azioni’. Dopo mi ha fatto mangiare da sola in camera per due sere di fila. Non avevo il diritto di uscire, ero punita. E per una settimana mi ha obbligata ad allenarmi da sola prima del secondo torneo, senza di lui e senza la mia amica".

Dopo una sconfitta, fu persino costretta a fuggire per paura di ritorsioni: "Ho perso in tre set la finale. Quando ho visto la sua faccia, mi sono rifugiata nello spogliatoio. La mia amica non gli ha detto dove fossi, aveva paura per me. Se n’è andato, è tornato in hotel senza aspettare la premiazione. Mi faceva talmente paura…".

A quel punto provò a spostarsi da lui, ma il coach convocò una riunione d'urgenza con la famiglia: "È andato su tutte le furie. Ha convocato una riunione a casa sua con i miei genitori. Ci ha messo una pressione incredibile: ‘Tutto questo è grazie a me. Se mi lasci, non avrai più nulla. Senza di me, la tua carriera è finita. Invece, se decidi di restare, devi dire subito a quell’allenatore di smettere di parlarti. Non avrete più alcun contatto’. Ero persa. I miei genitori avevano paura che rimanessi senza una struttura. Come una stupida, ho chiamato l’altro allenatore per dirgli che dovevamo smettere di parlarci e sono rimasta al CREPS. La scelta peggiore della mia vita. Ho iniziato ad avere disturbi del comportamento alimentare. Sono stata anoressica per quasi tre anni. Ho perso 10 kg in due mesi, non mangiavo più, dormivo continuamente".

Ma Emmanuelle non era l'unica giovane tennista sotto le grinfie del coach: “Questo allenatore era così con tutte. Sono prede perfette: prendi delle minorenni, le isoli dai genitori… A 14 anni sei una bambina. Non puoi difenderti, non hai armi, sei alla mercé dell’altro. Ti fidi, credi alle sue parole. Ancora di più se è una persona che in parte idolatri. Tutto è riunito. Tutte le ragazze che sono passate di lì oggi non gli parlano più. Molte se ne sono andate perché non lo sopportavano più. I genitori di una di loro erano persino venuti a prenderla per portarla via. Molte mi dicevano: ‘È una setta!’. Io rispondevo: ‘Lo so, ma gioco bene…’. Sei tenuta da questo. Ero ingenua. Essere duri non è un problema. Servono rigore ed esigenza nello sport di alto livello. Ma è completamente diverso dalla cattiveria e dall’umiliazione. Questi comportamenti devono cessare”.

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