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Migranti, l'ultima trovata anti-espulsione? Ingoiare lamette

venerdì 20 giugno 2025

2' di lettura

L'ultima trovata dei migranti per non farsi espellere? Ingoiare lamette. È accaduto anche a Terni dove la polizia di Stato ha allontanato due stranieri irregolari sul territorio nazionale. Il primo è un tunisino 50enne, pluripregiudicato, in quanto condannato per reati inerenti allo spaccio di stupefacenti, lesioni, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, falso e porto abusivo di armi. L'uomo, mentre veniva accompagnato in questura, ha provato a evitare l’espulsione cercando di ingerire la lametta di un rasoio. Gli agenti sono però riusciti a impedire che si procurasse ferite e hanno recuperato un’altra lametta, nascosta nell’elastico degli slip. Al termine delle procedure, è stato accompagnato in un Cpr fuori Regione in attesa dell’imbarco per il suo Paese di origine.

Il secondo straniero, invece, è un albanese, la cui irregolarità era emersa dalle verifiche dell’Ufficio Immigrazione. Quest'ultimo ha provveduto all’accompagnamento allo scalo aereo per il rimpatrio. Da qui la Polizia di Stato ha proceduto all’allontanamento. Peccato però che ancora una volta, durante le varie procedure precedenti l’accompagnamento, l'uomo avesse provato in tutti i modi a evitare il rimpatrio, commettendo sia gesti di autolesionismo, come ingoiare lamette, che ingerire una gomma del cancelliere del Giudice di Pace. Nonostante ciò, alla fine, è stato imbarcato sull’aereo che lo ha condotto nel suo paese di origine.

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Come riportato dal Secolo d'Italia, l'ingestione di lamette è un gesto autolesionista che richiede un intervento medico d’urgenza. La persona viene in questo caso trasportata in ospedale per le cure necessarie, con eventuale ricovero fino alla stabilizzazione clinica. Qui l'inghippo: questo periodo l’espulsione è sospesa per motivi sanitari. Spesso in questi casi viene effettuata una valutazione psichiatrica, per accertare la capacità di intendere e volere, l’eventuale presenza di disturbi mentali e il rischio di reiterazione del gesto.

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