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Case vacanza, Vikey lancia il self check-in tutto digitale

sabato 19 gennaio 2019
2' di lettura

Roma (askanews) - Sarà più semplice entrare nelle case vacanza, con un self check-in tutto digitale. Vikey, una startup di LVenture Group, ha inventato una soluzione per digitalizzare il check-in, usando un'applicazione sugli smartphone. Come spiega l'amministratore delegato Luca Bernardoni: "Vikey nasce dall'esigenza di uno dei nostri soci, che gestisce una quarantina di appartamenti qui su Roma. Questi appartamenti vengono affittati su Airbnb, su Booking, su HomeAway e tutte queste piattaforme. Il problema più complicato da risolvere per questo nostro socio era il discorso del check-in, cioè andare fisicamente ad accogliere l'ospite, dargli le chiavi di casa e farlo entrare dentro l'appartamento". L'idea è stata di affidarsi alla tecnologia, per gestire l'arrivo degli ospiti da remoto. "Vikey risolve proprio a questo problema - sottolinea il Ceo - e lo risolve con una tecnologia che viene installata dentro l'appartamento, quindi solo dentro casa e non richiede nessuna approvazione condominiale. E che cosa fa? Permette all'ospite di aprire sia il portone del palazzo sia la porta di casa direttamente tramite una app. Questa è la nostra soluzione, che da una parte snellisce tutto ciò che riguarda i costi di gestione perchè non c'è più una persona che deve andare lì fisicamente ad aprire, e dall'altra parte rende un servizio per l'ospite molto più flessibile e molto più veloce per entrare dentro l'appartamento". La startup ha chiuso un round di investimento di oltre 500mila euro guidato da Italian angels for growth (Iag) e Club degli investitori (Cdi), cui hanno partecipato la stessa LVenture e alcuni business angel di Angel partner group (Apg). E ora la società guarda al futuro con obiettivi ambiziosi. "Dopo l'ultimo round di investimento - aggiunge Bernardoni - cercheremo di raggiungere nel mercato italiano circa tremila appartamenti, tutti gestiti tramite Vikey. Abbiamo una crescita costante di circa il 15% mese per mese. E oltre a questo cercheremo di aprire nuovi mercati in Europa, specialmente in Spagna e in Francia".

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Secondo un rapporto della Federazione europea per i trasporti e l'ambiente (T&E), un gruppo di pressione ambientalista con sede a Bruxelles, i ponti della Germania necessitano di riparazioni e ammodernamenti per un valore di 100 miliardi di euro. Benedikt Heyl, tra gli autori del rapporto sullo stato dei ponti in Germania per T&E:

"Direi che questo è il risultato di errori politici, il problema in Germania non è la mancanza di risorse, ma il fatto che per anni il denaro è stato investito nel posto sbagliato, ovvero nell'ampliamento delle infrastrutture stradali, mentre i risparmi sono stati fatti nel posto sbagliato, ovvero nella manutenzione dei ponti".

Le immagini del Ponte Carola a Dresda, parzialmente crollato nel gennaio 2025, sono rimaste impresse a molti.

"Quello che non capisco è perché problemi riconosciuti vengano ignorati così a lungo - si lamenta il pensionato Volker Mattern, mentre si trova sul Jahrtausendbruecke, un ponte ricostruito nel 1996 nel centro di Brandeburgo sulla Havel - E questo non è chiaramente un caso isolato, come senza dubbio saprete. Che sia a Berlino, Dresda o in qualsiasi altro luogo: in Germania, le infrastrutture non sono state manutenute adeguatamente negli ultimi 20 anni".

"Vengo da dove hanno dovuto demolire un ponte. Da un giorno all'altro, era così fatiscente che hanno dovuto chiuderlo e poi demolirlo. Non vogliamo finire come Dresda, dove i ponti crollano da soli, dico io", ha denunciato un altro pensionato, Bernard Schuetz.

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