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Roma, tornano le pietre di inciampo in memoria dei deportati

sabato 19 gennaio 2019
1' di lettura

Roma (askanews) - A Roma è cominciata la reinstallazione delle pietre d'inciampo, i sampietrini che ricordano gli ebrei romani deportati e che lo scorso 10 dicembre erano stati rimossi e trafugati. Sulla sua pagina Facebook Sabina Alfonsi, presidente del primo municipio ha pubblicato il video dell'installazione di quella in memoria del gerenale Alberto Trionfi in Via della Lungara 61 con l'artista Gunter Demnig e con la figlia di Trionfi, Maria. "Mio padre era comandante della scuola militare che stava qui a palazzo Salviati. Noi avevamo l'alloggio di servizio in questa palazzina ed è stato l'ultimo periodo in cui la famiglia è rimasta unita", racconta Maria Trionfi. "Poi mio padre fu promosso generale e spedito in Grecia. È uscito di qua l'ultima volta per andare in Grecia. da dove fu poi preso dai tedeschi. Non volle aderire alla Repubblica di Salò naturalmente e fu portato in Polonia nel lager 64Z (a Schokken ndr), nel 45 con l'arrivo dei russi fecero sgombrare il campo e iniziò una marcia della morte e durante questa marcia furono trucidati sei generali fra cui mio padre. Era il 28 gennaio del 1945. Questa pietra è molto importante, per noi di famiglia è un ricordo grandissimo e soprattutto serve per le future generazioni a memoria di questo atto di eroismo di quello che è stato dei nostri soldati".

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"Beh, sicuramente è cambiato moltissimo perché prima le immagini erano molto di impatto, erano molto forti, - racconta del Castillo- ed oggi invece le immagini forti non vengono neanche selezionate, si usano i pixel, si usa il pixel per nascondere parti dell'immagine e secondo me questa è una specie di censura inutile, è un'ipocrisia. Se noi copriamo un fatto di cronaca nera o una guerra, le guerre purtroppo fanno male e i nostri elettori devono vedere quello che fanno le guerre, non quello che potrebbero immaginarsi dietro a un pixel".

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Il canale si chiama "Futuro della Russia" e sarà trasmesso attraverso il pacchetto satellitare Svoboda, che copre la maggior parte della Russia, con l'obiettivo di "portare informazioni affidabili alle persone nelle regioni colpite dalla disinformazione e dalla propaganda". Il lancio il 4 giugno, giorno del 49esimo compleanno di Alexei Navalny morto in circostanze mai chiarite mentre si trovava in una prigione russa in Siberia.

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