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I brani classici di Mina in chiave Jazz in "Tre per una"

sabato 26 ottobre 2019
1' di lettura

Milano, 23 ott. (askanews) - Le canzoni rese immortali da Mina in chiave jazz, "Tre per una" è stato realizzato da Danilo Rea, Massimo Moriconi e Alfredo Golino per celebrare la più grande artista italiana. Il trio era stato invitato a Cremona lo scorso anno per suonare "la musica di questa interprete" e da qui nasce l'idea di un tributo racconta Danilo Rea insieme a Massimiliano Pani. "Il concerto ebbe un grande successo e così Massimiliano ci disse: perchè non prendiamo spunto da questo per fare un vero e proprio cd e così è nata la cosa. Era una cosa che andava fatta perchè loro sono il nucleo, la cellula iniziale di ogni arrangiamento di Mina parte da questa ritmica. E quindi bisognava fare una cosa in cui loro suonassero per loro stessi". Jazzisti nell'anima, ma capaci di suonare ogni singolo pezzo di ogni genere nel modo giusto, hanno registrato tutti i brani dell'album "live in studio" a Lugano. Semplice e diretto il commento di Mina. "Ha detto molto carino quando glielo abbiamo fatto sentire".

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"Non c'è alcun riferimento. Per quanto ci siano oggetti simili comparabili, un trono come questo è senza precedenti. Il suo prezzo sarà una sorpresa".

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I due attori protagonisti sono Alessandro Borghi e Nadia Tereszkiewicz. "Avevo una grande necessità di sentirmi parte di un progetto che in qualche modo provasse a storcere degli equilibri, a presentare qualcosa un po' fuori dal comune. - ha spiegato l'attore - L'ho trovato un film bellissimo, un film atipico, un film dolce".

L'attrice francese a proposito del suo personaggio ha detto: "Ad un certo punto il film prende il suo punto di vista e quindi vediamo la vita nella sua testa, tutto questo è bello perché è poetico".

I registi hanno spiegato: "Il genere western storicamente ripropone questioni dell'attualità. Lo ha fatto in passato e noi abbiamo voluto fare la stessa cosa e credo che il sogno americano che Rosa ha all'inizio si sgretoli lentamente lungo il film, per lasciare spazio ad una cosa più grande, che è il suo percorso di liberazione".

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