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Apollo 11, 50 anni fa l'avventura dell'uomo sulla Luna

domenica 21 luglio 2019
3' di lettura

Milano, 16 lug. (askanews) - "Base della Tranquillità, l'Eagle è atterrato"... Le prime parole inviate sulla Terra da un altro mondo sono queste. L'equipaggio dell'Apollo 11, il comandante Neil Armstrong e il pilota del modulo lunare Buzz Aldrin hanno appena "fatto l'impresa". Sono i primi uomini ad aver conquistato la Luna. Con loro Michael Collins che li attende nel modulo di comando Columbia, in orbita lunare di parcheggio... È il 20 luglio 1969. L'avventura dell'Apollo 11 iniziò il 16 luglio con il decollo del colossale razzo Saturn V dalla rampa di lancio 39A, dalla base spaziale Nasa di Cape Canaveral, in Florida. Il viaggio verso la Luna durò tre giorni e andò tutto anche meglio delle aspettative. Poi il 20 luglio la discesa con qualche brivido del Lem verso il suolo lunare e quella frase di Armstrong rimasta per sempre nella storia. "Un piccolo passo per l'uomo, un grande balzo per l'umanità", disse, seguito da Aldrin che, guardando il panorama, ammise: "Una meravigliosa desolazione". Per uno strano gioco del destino, esattamente 50 anni dopo, l'astronauta italiano dell'Esa e colonnello pilota sperimentatore dell'Aeronautica militare, Luca Parmitano, celebrerà nel migliore dei modi quello storico evento: partendo lui stesso per lo Spazio a bordo di un razzo Soyuz per "Beyond", la sua seconda missione sulla Stazione spaziale internazionale, dopo "Volare" dell'Asi, nel 2013. "È quasi difficile immaginare il mondo odierno senza l'incredibile avventura dell'Apollo - ha detto ad askanews in collegamento via internet dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan - probabilmente se non ci fosse stata quella spinta, è difficile immaginare programmi come la Mir, Apollo-Soyuz, Mir-Shuttle cioé questa spinta alla cooperazione, il desiderio di mettere da parte la competizione per cercare di far meglio tutti insieme nasce anche da quello grandissima vittoria. Quello che potrei immagina se non ci fosse stato l'Apollo è che oggi ci troveremmo a voler raggiungere la luna - come vogliamo fare - ma, senza esserci mai stati, ancora il desiderio di quella prima volta". Non è solo la grandiosità dell'impresa a essere celebrata ma l'eredità ci ha lasciato. Aver raggiunto la Luna ha proiettato il genere umano verso una maggiore consapevolezza di sé, della sua stessa esistenza e del suo posto nell'incredibile avventura della vita. Oggi, solo 50 anni dopo, si parla di astronomia multimessaggero, materia oscura, viaggi su Marte e teoria del tutto. Siamo riusciti a rilevare le onde gravitazionali, a ottenere la prima immagine di un buco nero, a fotografare l'entanglement quantistico tra due particelle, cioé una connessione intrinseca che va al di là dello Spazio e del Tempo. Insomma, siamo davvero sulla soglia di una nuova era, in cui l'uomo andrà alla scoperta di altri mondi. Forse alludeva proprio a questo, l'astronauta Eugene Cernan, comandante della missione Apollo 17 e ultimo uomo a camminare sul suolo lunare, intervistato a Milano 3 anni prima della sua scomparsa. "Io ho fatto l'ultimo passo del programma Apollo - ha raccontato ad askanews - ma di certo non è stato l'ultimo passo dell'uomo sulla Luna, in futuro un ragazzo o una ragazza capace di sognare ne farà un altro". Sognare per crederci, crederci per fare. Tornare sulla Luna per restarci, stavolta. Dapprima con una stazione orbitante, la Gateway, che sarà pronta già dai primi anni '20 del 2000 e poi con una base permanente. Per sfruttarne le risorse, ma non solo. Soprattutto per farne una stazione intermedia nei prossimi viaggi verso Marte e altri corpi celesti del sistema solare. "Il prossimo grande passo dell'umanità non ce lo siamo ancora immaginati - ha concluso Parmitano - quindi di essere lì per poterlo testimoniare, ma se riuscissi oggi a immaginarlo non sarebbe un grande passo".

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