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Spazio, la Nasa conferma la morte del rover Opportunity su Marte

sabato 16 febbraio 2019
2' di lettura

Houston, 13 feb. (askanews) - Doveva vivere solo per 90 giorni e percorrere all'incirca un Km su Marte, invece il rover Opportunity della Nasa si è dimostrato uno straordinario esempio di resilienza robotica, sopravvivendo per oltre 14 anni nell'ambiente ostile del pianeta rosso, scalando montagne e attraversando deserti, tra incredibili sbalzi di temperatura e tempeste di sabbia. Ora però la Nasa ha decretato la fine della sua missione. "Sono qui con un profondo senso di gratitudine - ha detto Thomas Zurbuchen, responsabile scientifico della Nasa - per dichiarare che la missione di Opportunity è completata e con essa è teminata questa fase dell'esplorazione di Marte". Opportunity, un piccolo rover di appena 170 kg - gemello di Spirit, suo predecessore - lanciato il 7 luglio del 2003, era giunto su Marte nel gennaio 2004, sul Meridiani planum nei pressi del cratere Eagle, suo iniziale obiettivo di studio. Pian piano, però, cratere dopo cratere e sol dopo sol (così si chiamano i giorni su Marte) aveva esteso il suo raggio d'azione, avventurandosi bel oltre i luoghi inizialmente scelti per la sua missione esplorativa, percorrendo oltre 40 Km, superando ogni record di longevità e, soprattutto, inviando sulla Terra una mole d'immagini e informazioni che ci hanno permesso di ampliare in maniera esponenziale la nostra conoscenza di Marte e delle sue caratteristiche, rinvenendo le prove della passata presenza di acqua sul pianeta e scoprendo, tra le altre cose, l'Heat Shield Rock, il primo meteorite esaminato su un pianeta diverso dalla Terra. Ma tutto ha una fine. Dopo oltre 5100 sol sul pianeta rosso, in seguito all'ennesima tempesta di sabbia, i pannelli solari di Opportunity hanno smesso di produrre energia e, il 10 giugno 2018 il rover si è spento. Da allora nonostante numerosi tentativi da parte della Nasa di ristabilire un contatto, non è stato possibile comunicare di nuovo con lui, fino a quando, il 13 febbraio 2019, è stato deciso di dire addio al rover dei record. "C'è da festeggiare", ha spiegato da parte sua il numero uno della Nasa, Jim Bridenstine, mentre il capo del programma, John Callas ha precisato che nessuno avrebbbe mai immaginato che la missione potesse durare così a lungo. "Anche se è una macchina - ha detto - è difficile dirgli addio, è commovente".

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