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La Romania vota il referendum contro le nozze gay

domenica 7 ottobre 2018
1' di lettura

Bucarest, 6 ott. (askanews) - Urne aperte in Romania per il referendum che vuole iscrivere nella Costituzione il "no" alle nozze gay. Il quesito chiede di sostiture nell'articolo sul matrimonio, l'attuale definizione fra due "coniugi" con "fra un uomo e una donna". Si vota fino a domenica sera. Il referendum è sostenuto dalla maggioranza socialdemocratica, che si è schierata accanto ai prelati della chiesa ortodossa esaltando i valori della famiglia. La vittoria del sì è ampiamente prevista dai sondaggi ma l'unica incognita è nel quorum del 30%. Le organizzazioni per la difesa dei diritti civili hanno invitato a boicottare il voto. Nella pratica non cambierà molto perché il matrimonio fra coppie omosessuali è già proibito dalla legge romena, ma un emendamento costituzionale lo renderebbe quasi impossibile nel futuro. La Romania ha depenalizzato l'omosessualità solo nel 2001 e la decisione del governo di indire un referendum ha allarmato Bruxelles, che ha ricordato a Bucarest i propri impegni in materia di diritti umani.

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Sanita: Acop, ripensare il Sistema Sanitario

Roma, 8 mag. - "Le strutture sanitarie private, che spesso garantiscono prestazioni altamente specialistiche che il Pubblico, gravato da una crisi senza precedenti, non riesce a erogare, devono essere un interlocutore privilegiato e non l'alternativa da fronteggiare. In un momento in cui il Sistema sanitario non riesce a reggere l'emergenza, è necessario avviare un dialogo fattivo che metta sempre al centro il "bisogno-salute" e il "bene-salute" dei cittadini; e non lavori sempre in emergenza. C'è quindi la necessità di definire le priorità, in maniera chiara, e il perimetro del Sistema sanitario; serve una linea comune e soprattutto, un salto di qualità, come ascolto, sono necessari investimenti, strutture, modelli di gestione" Se n'è discusso oggi in Sala Mattarella a Palazzo dei Normanni, a Palermo nel corso della tavola rotonda su "Obiettivi e sfide del sistema sanitario siciliano: verso la creazione di valore" organizzata da Acop Sicilia - Associazione Coordinamento Ospedalità Privata. L'obiettivo è quello di per ripensare in chiave locale un sistema sanitario più equo, sostenibile e vicino ai bisogni reali delle persone, consolidando il dialogo tra pubblico e privato. Alla tavola rotonda sono intervenuti, tra gli altri il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e l'assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, e il presidente nazionale di Acop e neo presidente di FederSalute, Michele Vietti. Carmelo Tropea, presidente regionale di ACOP, ha aperto i lavori a relatori di altissimo profilo, da Elio Borgonovi, professore emerito dell'Università Bocconi e presidente del Cergas, a Stefano Cazzaniga, partner del Boston Consulting Group, Piero Grasso, vicepresidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza IRCCS, Guido Noto, coordinatore del centro di ricerca CREMS.

"Acop chiede al governo un cambio di passo, maggiori risorse per la sanità ma, soprattutto, una governance condivisa e un'integrazione reale ed efficiente tra le strutture pubbliche e quelle private accreditate. Solo da questa collaborazione può venire la soluzione strutturale dei gravi problemi che affliggono la sanità, in particolare quello delle liste di attesa" ha chiarito Michele Vietti, presidente nazionale di Acop, mentre Carmelo Tropea, a capo del sindacato di strutture private in Sicilia, spiega come "Acop rappresenta in Sicilia circa 3000 posti letto e 5000 addetti, un terzo delle attività ospedaliere sul territorio: siamo qui per rafforzare l'idea di un unico sistema necessario allo sviluppo della regione e ai bisogni dei cittadini. La sanità privata in Sicilia rappresenta circa il 35 per cento delle prestazioni ospedaliere, numero che cresce moltissimo se si pensa a tutte le attività socio assistenziali: siamo una realtà con cui dialogare". Secondo Elio Borgonovi, tra i promotori del documento che propone in 15 principi guida come affrontare le sfide della Sanità oggi, "Bisogna avere una visione integrata e globale della Salute, che non è solo erogazione di prestazioni ma presa in carico dei bisogni della popolazione partendo dalle prevenzione e diagnosi precoci, ma soprattutto farsi carico delle persone con cronicità". "Intendiamo migliorare l'accesso alle cure per i cittadini siciliani, rafforzando la qualità dell'offerta da parte di strutture pubbliche riorganizzate e razionalizzate - è intervenuto il presidente Renato Schifani - ma anche attraverso l'accordo con strutture private accreditate per incrementare la disponibilità di prestazioni sanitarie, dalle visite specialistiche agli interventi chirurgici, con una diminuzione dei tempi di attesa che ha purtroppo rappresentato una delle criticità maggiori del sistema sanitario regionale". L'assessore alla Sanità Daniela Faraoni ha sottolineato la necessità di "scommettere ed essere presenti, lavorare sul recupero di medici in fuga, sulle liste di attesa da abbattere, per condurre attività armoniche ai bisogni differenziati delle persone.

La distribuzione delle risorse deve essere totale e comprendere il privato quando offre prestazioni specialistiche necessarie e di alto livello. Registro con piacere la sensibilità, la condivisione di obiettivi e la volontà di investire: in un momento in cui gli attacchi mediatici ci colpiscono e ne usciamo doloranti, abbiamo bisogno di capire e andare avanti insieme".

In collaborazione con Acop

TMNews

Sanità, De Pascale (Emilia R.): scelta deliberata di sottofinanziarla

Modena, 8 mag. (askanews) - "Cerco sempre di avere un approccio laico. La scelta politica di questo governo è di non avere la sanità come priorità. E' evidente. E' una scelta legittima, davanti ai cittadini ognuno dà delle priorità e per questo governo non è una priorità il finanziamento del servizio sanitario nazionale". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, a margine di una conferenza stampa tenutasi oggi presso l'Azienda ospedaliero universitaria di Modena.

"In tutto il mondo il finanziamento del servizio sanitario nazionale si misura in rapporto al Pil - ha proseguito de Pascale - perché è evidente che questa litania insopportabile dell'aumento del valore assoluto di dire 'abbiamo messo un miliardo in più dell'anno scorso', se il costo dei farmaci è aumentato, se dobbiamo aumentare lo stipendio agli infermieri e ai medici, se i costi dell'energia aumentano, se appunto i farmaci innovativi hanno costi molto più elevati, se ci sono tecnologie nuove come quelle robotiche che consentono di dare prestazioni molto migliori ma che costano e che dobbiamo garantire a tutti i cittadini, è evidente che quel miliardo in più è molto meno del maggiore costo e quindi se non si aumentano le risorse parallelamente si stanno diminuendo le prestazioni".

De Pascale ha evidenziato l'impatto demografico sulla sanità: "L'invecchiamento della popolazione si porta dietro maggiori costi per il servizio sanitario nazionale - ha detto -. Un paziente oncologico che sopravvive grazie a un farmaco innovativo non solo è una spesa per il sistema sanitario nel costo del farmaco, ma necessita di follow-up, necessita di controlli. Quindi l'evoluzione scientifica e tecnologica migliora le risposte, ma aumenta i costi e se la spesa sanitaria non segue questi costi, significa che non la vogliamo garantire a tutti".

Per il governatore, la prova del fallimento è evidente: "Guardate in tutta Italia l'aumento delle assicurazioni sanitarie. La foto, la prova, se il sistema sanitario funziona o non funziona è l'aumento delle assicurazioni sanitarie. Sempre più cittadini in tutta Italia, non solo in Emilia-Romagna, ma in Lombardia, in Veneto, in Campania, in tutte le regioni, contraggono assicurazioni private sanitarie. L'ha detto il presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno, lo dicono tutti gli istituti, lo dicono tutte le Regioni, bisogna assumersi le sue responsabilità, ognuno si deve assumere le sue responsabilità. E si sta facendo la scelta deliberata di sottofinanziare il sistema sanitario" ha concluso.

TMNews

L'Albania al voto, Rama punta al quarto mandato con lo sguardo all'UE

Tirana, 8 mag. (askanews) - Domenica l'Albania va al voto per le elezioni politiche. Il Partito socialista, guidato dal primo ministro Edi Rama, punta a confermarsi per la quarta volta maggioranza, con all'orizzonte l'adesione all'Unione europea entro il 2030.

I seggi in palio in Parlamento sono 140 e a contenderseli sono 26 partiti. La legislatura in Albania dura quattro anni. Quelle di domenica saranno le decime elezioni parlamentari dalla caduta del comunismo nel 1991.

Alle precedenti elezioni, ad aprile 2021, il Ps di Rama aveva ottenuto il terzo mandato con 74 seggi ed è dato come favorito dai sondaggi. Il principale oppositore, il partito Democratico, è guidato dall'ex premier Sali Berisha. L'ottantenne, 12 anni all'opposizione, ora a capo della coalizione "Grande Albania", con un occhio allo slogan di Donald Trump. Promette il rilancio economico del paese, ma lo stesso Berisha rischia per un affare di corruzione.

Hanno diritto di voto 3,7 milioni di cittadini albanesi. E per la prima volta, potranno votare anche i cittadini della diaspora, quasi 250mila dei quali si sono registrati. Il voto sarà sorvegliato da centinaia di funzionari pubblici della giustizia ma anche di osservatori internazionali.

Per le strade di Tirana, Qani Shino, minatore in pensione, dice "dopo 45 anni di lavoro e tredici da quando sono in pensione, dallo Stato albanese prendo 187 euro al mese. Se gli albanesi fossero saggi, non dovrebbero votare per nessuno dei politici degli ultimi 34 anni perché ci hanno solo sfruttato".

Xhemal Alla, che vive in Germania, è felice del voto degli emigrati: "una cosa molto molto positiva" dice perché "per la prima volta gli albanesi all'estero possono votare".

E in molti guardano all'Unione Europea: Atinela Nikolla, che lavora nel settore finanziario, l'adesione "permetterà agli albanesi di far parte della grande famiglia europea, di avere un passaporto che offrirà le stesse opportunità degli altri cittadini europei".

Il risultato delle elezioni albanesi è importante per l'Italia, dove sono la seconda comunità straniera dopo quella rumena, E per il governo di Giorgia Meloni che con Edi Rama ha sviluppato un proficuo rapporto, fino alla creazione dei tanto contestati centri migranti che dovevano servire per i migranti in attesa di una risposta sull'asilo e ora fungono da stazione in attesa del rimpatrio.

TMNews

Lavoro, Bombardieri: bene incontro sicurezza, accolte 2 richieste

Roma, 8 mag. (askanews) - L'incontro a Palazzo Chigi sulla sicurezza sul lavoro è "andato bene perché sono state accolte due nostre richieste". Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, al termine di una riunione durata oltre quattro ore.

"La prima era quella di istituire un tavolo alla presidenza del consiglio che coinvolgesse tutti i ministri sul tema della sicurezza e delle morti sul lavoro - ha proseguito - la seconda era quella di utilizzare i residui del bilancio Inail per destinarli alla sicurezza. Dopo le due notizie positive bisogna entrare nel merito. Abbiamo espresso apprezzamento per queste scelte. Ora bisogna capire come verranno utilizzati i fondi dell'Inail, se per realizzare sgravi alle aziende. Mi pare che la scelta sia quella premiare le aziende che investono in sicurezza".

Bombardieri ha aggiunto che "rimangono però alcuni temi aperti sui quali ci incontreremo nei prossimi giorni. Il tema della sicurezza non è solo un tema che riguarda le risorse. Si parla della necessità di più ispettori, si parla della necessità di coordinare le tante strutture che oggi si occupano della sicurezza. Si tratta di investire sulle regioni e investire la responsabilità delle regioni sull'azione di coordinamento e sulle azioni che devono fare loro per la propria competenza".

Il numero uno della Uil ha inoltre ricordato che "c'è un altro dato positivo: come modificare il codice degli appalti. Mi pare che c'è una sensibilità da parte del governo e una discussione anche in Europa che affronta questo tema. C'è un tema complessivo che riguarda la necessità di rivedere l'ordinamento su alcuni fatti specifici, mi riferisco in modo particolare a quella dell'omicidio sul lavoro e noi insistiamo sulla richiesta di una procura speciale. L'altra cosa che abbiamo posto e sulla quale ci è stata data una risposta positiva, anche se sono tutti temi da affrontare, è quella che le famiglie di chi perde la vita sul lavoro spesso rimangono da sole. Abbiamo chiesto di equiparare il trattamento di queste famiglie a quello delle famiglie che perdono la vita per colpa della mafia. Bisogna dare atto al governo che probabilmente le cose che abbiamo detto alle manifestazioni del primo maggio, la pressione che hanno fatto i lavoratori, ha prodotto un cambiamento nelle scelte. Di questo diamo atto al governo. Si apre un percorso perché i tanti temi che abbiamo affrontato non li abbiamo esauriti oggi e su quelli ovviamente vedremo".

TMNews