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Di Maio: non vogliamo un Paese ostaggio di ammucchiate politiche

sabato 3 febbraio 2018
1' di lettura

Catania (askanews) - "Non vogliamo un Paese ostaggio delle ammucchiate politiche che si mettono insieme solo per vincere le elezioni e il giorno dopo le elezioni litigano e finiscono". Lo ha detto il candidato alla presidenza del Consiglio per il Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, nel corso di un intervento pubblico organizzato a Catania. "Le larghe intese hanno creato la legge Fornero - ha aggiunto Di Maio nel suo discorso trasmesso in diretta su Facebook - vincere non significa andare a Palazzo Chigi, vincere significa fare le cose che aspettiamo da trent'anni".

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Tra i presenti il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia, gli europarlamentari Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini, i senatori Filippo Sensi e Antonio Misiani, il resposnabile Esteri del partito Beppe Provenzano, i deputati Marco Furfaro, Piero de Luca e anche l'ex parlamentare Emanuele Fiano, che ieri era all'iniziativa a Milano al teatro dei Parenti organizzata da Matteo Renzi e Carlo Calenda (l'altra piazza per Gaza dell'opposizione). Per M5s, presenti tra gli altri Roberto Fico e Paola Taverna. Per Avs Nichi Vendola, il presidente dei senatori Beppe de Cristofaro, i deputati Piccolotti, Grimaldi, Zanella, Magni e Mari.

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Manifestazione per Gaza, Orlando: spero cresca mobilitazione e sdegno

Roma, 7 giu. (askanews) - Da questa manifestazione mi aspetto che "cresca la mobilitazione, lo sdegno e la condanna nei confronti dell'attività criminale del governo Netanyahu che

ha approfittato del silenzio complice del governo italiano, dell'Europa e degli Usa". Così l'europarlamentare ed ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in piazza a Roma alla manifestazione per Gaza in partenza da piazza Vittorio.

"La reazione al 7 ottobre non può essere un genocidio - ha aggiunto - ora basta. Occorre liberare il popolo di Israele da quest'ondata antisemista; il più grande nemico del popolo israeliano nel mondo è Netanyahu che sta infliggendo una serie di stati d'animo e rabbia nei confronti del popolo ebraico".

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