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Arienti (Ecodom): "I Raee tra business ed ecologia"

sabato 19 maggio 2018
2' di lettura

Roma, 16 maggio (askanews) - Il riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee, è una sicura opportunità di business ma anche di potenziale pericolosità dal punto di vista ambientale se effettuato al di fuori delle rigorose norme che regolano il settore. In occasione della presentazione del Rapporto di sostenibilità 2017 e dei dieci anni di Ecodom, il principale consorzio di gestione dei Raee, Askanews ha intervistato il direttore generale, Giorgio Arienti su questo aspetto. "Il problema è certamente rilevante. Esiste una disposizione di legge oramai dal 2014 che prevede che tutti gli impianti che fanno trattamento di Raee devono dichiarare annualmente le quantità gestite. Le uniche quantità ufficialmente dichiarate sono quelle dei sistemi collettivi come Ecodom. Nessun altro sembra trattare Raee in Italia. Credo che la soluzione possa essere per certi versi semplice: è necessario che le autorità provino a indagare su questi impianti; l'elenco degli impianti autorizzati esiste e non dovrebbe essere difficile andare a vedere che quantità hanno gestito durante l'anno per capire quali sono i flussi aggiuntivi a quelli dei sistemi collettivi che ci sono in giro per il paese". I risvolti ecologici ed economici sono notevoli e vanno inevitabilmente di pari passo. "Sono giustamente entrambi problemi importanti: c'è un aspetto ecologico perché temiamo che ci siano impianti che fanno un trattamento non ottimale dei rifiuti elettrici ed elettronici che quindi disperdano sostanze inquinanti, come per esempio i gas ozono-lesivi dei frigoriferi, nell'ambiente. Quindi bisogna intervenire innanzitutto per porre un freno a un problema ecologico. Poi c'è un problema economico: questi impianti danneggiano il settore virtuoso del riciclo. Cioè danneggiano con il loro comportamento, con il loro dumping e le loro azioni sottocosto gli impianti che invece hanno accettato di lavorare con standard di qualità elevati rispettando le indicazioni dei sistemi collettivi".

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La porta lignea di De Lucchi non distingue un dentro e un fuori: è un'architettura senza muro, un invito a considerare la trasformazione come un cammino condiviso e non come un gesto isolato. E si inserisce nella visione della Santa Sede verso il luogo carcerario. "Lo spirito dell'anno giubilare - ha concluso il cardinale José Tolentino de Mendonca, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede - è affermare la speranza, una speranza che deve arrivare a tutti e anche a tutti i contesti, nessuno è escluso da questo messaggio di speranza. Certamente è una realtà molto complessa quella dei carceri, ma è una realtà che, illuminata dalla speranza, diventa un una porta aperta in tante vite".

Dopo San Vittore, Porte della Speranza proseguirà coinvolgendo numerosi autori, chiamati a dialogare con altrettanti istituti penitenziari.

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Fa discutere il ticket di due euro per Fontana di Trevi: "Eccessivo"

Roma, 20 dic. (askanews) - Fa subito discutere la novità che riguarderà Roma nel prossimo anno. Il sindaco Roberto Gualtieri ha ufficializzato quello che si vociferava da giorni: dal primo febbraio 2026 si pagheranno due euro per vedere da vicino la Fontana di Trevi, una delle bellezze più affollate e fotografate dai turisti in visita nella Capitale.

Non solo; la novità riguarda l'accesso ai musei civici e ai monumenti di competenza di Roma Capitale che sarà gratis per tutti i residenti della Città Metropolitana mentre pagheranno un ingresso turisti e non residenti alla Fontana di Trevi e ad altri 5 siti e musei finora gratuiti. Ma la Fontana è quella che fa più discutere: si pagherà l'accesso all'invaso, regolamentando l'afflusso turistico così come durante i recenti lavori di manutenzione. Una novità che non piace a tutti.

"Non dovrebbe essere così, i turisti che vengono da fuori già spendono, già lasciano qualcosa al Comune di Roma, non lo trovo giusto, mi sembra un eccesso". "Da un lato potrebbe essere giusto perché c'è bisogno di pagare la pulizia della fontana, ci sono delle spese, dall'altro penso che la cultura debba essere accessibile a tutti". "Sono a favore - dice invece una turista spagnola - non penso che sia una cattiva idea perché capisco che con questi soldi potranno mantenere la città, che è piena di turisti, e credo che la questione del super-turismo sia molto importante".

Fontana di Trevi registra una media di 30.000 accessi al giorno, con punte di 70.000, per un totale di oltre 9 milioni di visitatori l'anno.

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