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Parla la moglie di Weinstein, Georgina Chapman: sono a pezzi

domenica 13 maggio 2018
1' di lettura

Roma, (askanews) - "Non ho mai sospettato nulla". "Sono stata umiliata, mi sento a pezzi". A parlare per la prima volta è Georgina Chapman, moglie dell'ex produttore cinematografico travolto dallo scandalo molestie a Hollywood Harvey Weinstein. In una lunga intervista rilasciata a Vogue mesi dopo la prima denuncia contro il marito da parte di un'attrice, la 42enne, stilista per il marchio Marchesa, che ha chiesto la separazione poco dopo lo scoppio della bufera, si è sfogata con parole dure. La lunga intervista è stata ripresa anche dalla Bbc. Georgina ha raccontato di essere dimagrita di cinque chili in pochi giorni, di essersi vergognata e di non essersela sentita di uscire prima allo scoperto. "Ero umiliata e pensavo che non fosse rispettoso farlo - ha detto - ho pensato: chi sono io per farmi vedere mentre accade tutto questo?". Ora si sente distrutta. Ha rivelato che alterna momenti di rabbia e disperazione ed è preoccupata soprattutto per i suoi figli. "Come saranno le loro vite?" si chiede, "Cosa dirà loro la gente?". La coppia ha due figli, di 7 e 5 anni. Il magnate ha sempre negato tutte le accuse di abusi.

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La coreografa Angeletti ricorda quattro allieve vittime di femminicidio

Roma, 23 mag. (askanews) - Durante l'evento di Terre des Hommes "Stand Up for Girls" a Roma, la coreografa Maria Grazia Angeletti ha ricordato le sue ex allieve vittime di femminicidio. Desirée Mariottini, che nel 2018 a 16 anni fu violentata mentre era sotto effetto di droghe e lasciata morire in uno stabile occupato a San Lorenzo, Roma. Nello stesso anno, a Cisterna di Latina, Alessia e Martina Capasso, 13 e 7 anni, furono uccise a colpi di pistola dal padre. Nel 2024, Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, madre e sorella di una ragazza che stava lasciando il compagno, furono uccise in casa a Cisterna dal maresciallo della Guardia di Finanza Christian Sodano.

"Alessia, Martina, Renée e Desirée erano mie allieve, le ho viste crescere, sognare, danzare. E adesso sono qui a parlare di loro al passato. La violenza non è solo un pugno, è uno sguardo che spoglia, è una parola che ferisce, è una porta chiusa a chiave, è un amore malato che controlla, umilia e isola, è un telefono che vibra di insulti, un no che non viene ascoltato. È uno stupro, un femminicidio, un padre che uccide le figlie, è un fidanzato che si crede padrone, è una società che spesso guarda altrove. Eppure queste ragazze, le mie ragazze volevano solo vivere, sognare, ballare, esistere. Vi prometto che danzerò per voi, farò danza per voi e urlerò il vostro nome finché il mondo non mi ascolti. Perché ogni bambina, ogni ragazza ha diritto a un futuro e non a una lapide", ha detto commossa Maria Grazia Angeletti.

Dopo tre edizioni di successo a Milano, Terre des Hommes ha presentato a Roma "Stand Up for Girls!", l'evento che invita a ripartire dai diritti delle bambine e delle ragazze per costruire una società più equa e consapevole. L'evento si è tenuto presso il Teatro Nazionale, in Via del Viminale 51. Organizzato nell'ambito della campagna indifesa di Terre des Hommes, "Stand Up for Girls!" è stato un momento speciale in cui riflettere e trovare ispirazione, attraverso gli short talk curati da speaker provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport, allo scopo di offrire nuovi spunti sulle questioni di genere.

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Mosca, 23 mag. (askanews) - Lacrime, foto, fiori, lutto e visi commossi: è l'addio del Bolshoi a Yuri Grigorovich, grande coreografo morto a 98 anni che per tre generazioni guidò e condizionò il balletto del teatro moscovita, celebre in tutto il mondo per il suo estremo perfezionismo, la sua tecnica, la tradizione.

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Cannes, 23 mag. (askanews) - I fratelli Dardenne, Luc e Jean-Pierre, sfilano sul tapis rouge di Cannes con il cast di "Giovani madri", film in concorso con sui sperano di poter vincere la terza Palma d'Oro. Con loro le protagoniste del film, le attrici Elsa Houben, Samia Hilmi, Babette Verbeek, Lucie Laruelle e Janaina Halloy.

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Addio a Sebastiao Salgado, morto a 81 anni il fotografo brasiliano

Milano, 23 mag. (askanews) - Il fotografo franco-brasiliano Sebastiao Salgado, celebre per le sue foto che hanno raccontato popoli, paesaggi e culture di tutto il mondo, è morto a 81 anni.

A dare la notizia della scomparsa l'Accademia di Belle arti francese di cui faceva parte che lo definisce "un grande testimone della condizione umana e dello stato del Pianeta".

Nato, in Brasile, l'8 febbraio del 1944, Salgado si trasferì in Francia negli anni Sessanta per completare gli studi. Cominciò la sua carriera come fotoreporter, anche in scenari di guerra, lavorando per grandi agenzia internazionali come Sygma e Magnum.

Negli anni ha deciso poi di dedicarsi ai temi che gli stavano più a cuore, le condizioni dell'umanità e del Pianeta.

Fra i suoi progetti fotografici più famosi "Terra", "Exodus", "Amazzonia" e "Genesi", che in oltre 245 scatti di grande formato, e in bianco e nero, raccontava l'esistenza di un Pianeta ancora incontaminato.

A spingerlo, come sempre, "un'enorme curiosità di vedere il mondo e conoscerlo", aveva raccontato in occasione della presentazione della mostra a Milano, nel 2014.

Una curiosità e una passione che lo hanno spinto anche ad impegnarsi concretamente per salvare il Pianeta promuovendo ad esempio importanti progetti di riforestazione.

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