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Bernini Palace, Firenze: storia e italian style soggiornano qui

sabato 21 aprile 2018
2' di lettura

Firenze (askanews) - Firenze: destinazione presente tra le prime 5 più sognate e desiderate dai viaggiatori di tutto il mondo, seconda città dopo Milano per visitatori attirati dallo shopping, e meta premiata da una crescita di presenze da cinque anni consecutivi. Ma per gli operatori, e in particolare per quanti guardano al turista in cerca di un'esperienza superiore, il successo non concede tregua nella battaglia contro una concorrenza sempre più disordinata. Il Bernini Palace, 5 stelle nel centro di Firenze, si misura in questa sfida giocando una serie di carte particolarmente forti: posizione, storia, stile e qualità. "Firenze si vende da sola, ma è anche una città con talmente tanta offerta che bisogna sempre stare al passo con i tempi - dice David Foschi, direttore del Bernini Palace Hotel - Innanzitutto il Bernini Palace offre una posizione unica. Noi siamo proprio nel cuore di Firenze, a due passi da tutti i monumenti principali e da tutte le attrazioni turistiche. E in più conserva nella sua struttura la tranquillità di una residenza storica". La posizione è per il Bernini Palace, senza dubbio, una risorsa importante, ma non basta. Custodito in un palazzo nobiliare del XV secolo, albergo di lusso fin dal 1700, e residenza dei deputati del Regno d'Italia durante la stagione di Firenze Capitale: è la Storia che accoglie i turisti negli spazi in stile classico. A cominciare dalla sala dove i viaggiatori fanno colazione tra i ritratti di Garibaldi e Cavour. "Continuiamo ad offrire un tuffo nel passato con questa sala a disposizione degli ospiti che iniziano la loro giornata facendo colazione in un vero e proprio museo", conferma Foschi. Condé Nast Johanses ha premiato la struttura come "Best Urban Hotel 2018", riconoscimento costruito sulla segnalazioni positive degli ospiti e confermato dai messaggi lasciati al momento dei saluti. "La clientela è abituata a lasciare dei commenti al momento della partenza e su questo sono molto orgoglioso in quanto la stragrande maggioranza ci riempie di elogi: allo staff, alla struttura e alla capacità di trasmettere il nostro calore". Tradizione e italian style vanno dunque sostenute con un servizio di qualità, con quel saper fare , insomma, che si conosce a scuola, ma si impara davvero poi con esperienza di lungo periodo. E anche in questo caso il general manager del Bernini Palace ha una storia particolare da raccontare. "Lavoro qui da una vita - conclude - da oltre trenta anni, sono cresciuto nell'albergo facendo piano piano i vari passi che mi hanno portato con tanto orgoglio personale a diventare direttore nel 2011".

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Bruxelles, 20 mag. (askanews) - "Voi siete uno spaccato dell'Italia qui a Bruxelles, dalla vostra presenza così diffusa e ampia emerge quanto sia ormai strettametne intrecciata, sotto ogni profilo, la vita del nostro Paese e l'Ue". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Bruxelles la delegazione italiana.

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Milano, 20 mag. (askanews) - Fondazione Elpis presenta la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, il progetto d'arte contemporanea ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, diffuso lungo tutta la Penisola in 20 piccoli centri con meno di 5.000 abitanti e realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e Threes.

Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

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Vica Pacheco a Bagnara di Romagna (RA) in Emilia-Romagna, a cura di Sofia Baldi Pighi per Threes;

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A Panahi, detenuto in Iran fino a febbraio 2022 - dal 2009 è stato ripetutamente incarcerato per il suo cinema ritenuto sovversivo dal regime della Repubblica islamica - ha riavuto il permesso di uscire dal Paese ad aprile del 2023 e ora è volato al Festival con il cast del film girato sempre in clandestinità.

Il regista 64enne mancava da un festival da anni; sette anni fa sulla Croisette era stato presentato il suo "Tre volti", in sua assenza, così come a Venezia nel 2022 dove "Gli orsi non esistono" vinse il premio speciale della giuria che non potè ritirare. Per lungo tempo è stato privato del passaporto e della libertà di viaggiare ma ora finalmente può accompagnare i suoi film che sono sempre apprezzati e rappresentano una voce libera.

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