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Sda Bocconi: in filiera lattiero-casearia mancano grandi imprese

sabato 24 marzo 2018
2' di lettura

Milano, (askanews) - Nella filiera lattiero-casearia italiana mancano operatori di grandi dimensioni, soprattutto a monte, nella produzione e questo si riflette in costi più elevati rispetto ad altri paesi europei con differenze di prezzo di circa 3,3 euro ogni 100 kg di latte. E' quanto emerge da una ricerca realizzata dalla Sda Bocconi con il contributo della Parmalat che pone l'accento sulla necessità di una processo di aggregazione fra i produttori di latte per aumentare la competitività di un settore cruciale per lo sviluppo del Sistema Paese. Matteo Vizzaccaro Sda Bocconi School of Management: "La Comunità europea sta dando qualche strumento per favorire questo processo di integrazione tramite la possibilità delle organizzazioni di produttori. E' un tema culturale ed è emerso in modo abbastanza chiaro durante la nostra conversazione. Ci deve essere una propensione alla crescita, ci deve essere una propensione all'ottica di filiera, non possiamo pensare di avere delle aziende che coltivano soltanto il proprio orticello. Per lo sviluppo del settore serve una strategia di sviluppo condivisa". E dal lato dei produttori i margini di crescita sono ampi, considerando che l'Italia è un paese importatore di latte come ha spiegato il direttore generale di Parmalat Italia Giovanni Pomella: "L'Italia è un paese importatore di latte. Quindi storicamente l'Italia importa circa il 40% del proprio fabbisogno di latte e quindi esiste sicuramente una prospettiva interessante e positiva perché ovviamente si può aumentare la quota di autoproduzione e diminuire la quota di importazione. E' chiaro che è necessario recuperare competitività in termini di costi di produzione in modo da essere allineati a quelli che sono i costi di produzione degli altri paesi europei". Nella parte bassa della filiera invece il processo di crescita dimensionale si è tradotto nella creazione di grandi gruppi come Parmalat che in Italia genera ricavi pari a poco meno di un miliardo su 6,6 miliardi complessivi, dà lavoro a 1.900 persone in 10 stabilimenti e ha avviato un processo di consolidamento nel settore con l'acquisizione di Latterie Friulane nel 2015 e della pugliese Silac.

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Putin: con Trump abbiamo detto che lavoreremo su memorandum con Kiev

Mosca, 19 mag. (askanews) - Il presidente russo Vladimir Putin, dopo una telefonata durata due ore con l'omologo statunitense Donald Trump, ha detto che Mosca è pronta a lavorare a un memorandum su un possibile accordo di pace, che preveda anche un temporaneo cessate il fuoco, ma le cause profonde della crisi ucraina secondo Putin "devono essere eliminate".

Putin - che ha definito la telefonata con Trump "piena di contenuti, franca e molto utile" - ha dichiarato che gli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina sono "sulla strada giusta", dopo la ripresa dei negoziati con Kiev, e che Mosca è pronta a collaborare con l'Ucraina a un memorandum sul futuro accordo di pace.

Il presidente russo ha ringraziato Trump per aver sostenuto la ripresa dei colloqui diretti tra Mosca e Kiev. "Abbiamo concordato con il presidente degli Stati uniti che la Russia proporrà e sarà pronta a lavorare con la parte ucraina a un memorandum su un possibile futuro accordo di pace, definendo una serie di punti, come, per esempio, i principi di risoluzione e i tempi di un eventuale accordo di pace", ha detto Putin ai giornalisti nei pressi della località balneare di Soci, sul Mar Nero.

Se saranno raggiunti gli accordi opportuni, ha detto ancora il presidente russo, allora potrebbe esserci "un cessate il fuoco", sottolineando che i colloqui diretti tra Russia e Ucraina "danno motivo di pensare che in generale siamo sulla strada giusta".

Inoltre, Putin ha detto che la priorità per Mosca è "eliminare le cause profonde di questa crisi" e, a questo scopo "dobbiamo solo individuare i modi più efficaci per procedere verso la pace", procedendo con accordi che vadano bene "a entrambe le parti".

TMNews

Brescia, storia e innovazione nel nuovo corso del Museo dell'auto

Brescia, 19 mag. (askanews) - A Brescia, città delle Mille Miglia, prende forma un progetto di rinascita culturale e industriale che ha radici nella storia dell'automobile, ma guarda anche avanti per appassionare giovani e cittadini. Nel Museo dell'auto ospitato nel Monastero di Sant'Eufemia risalente ai primi anni mille, tradizione e innovazione dialogano, come racconta il Presidente del Museo, Davide Peli: "Tutto parte dall'archivio storico della gara più bella del mondo, digitalizzato e reso disponibile per la comunità. Nel 2024, un gruppo di imprenditori ha compiuto un'importante opera di ristrutturazione di questo monastero per il bene della comunità bresciana".

Al suo interno, presto eventi culturali, esposizioni, talk e incontri. Un calendario davvero promettente anticipato dalla Direttrice del Museo, Maria Bussolati: "Siamo pronti con un palinsesto interessante, a partire dalla mostra "Heart of the race" della famosa artista americana Elizabeth Kahane, prevista per fine maggio. Il nostro obiettivo è portare nuovo pubblico al Museo e aumentare l'interesse".

Restando sempre vicini ai temi legati alla mobilità sostenibile e all'innovazione. Un luogo vivo capace di attrarre anche un pubblico giovane grazie ad un linguaggio contemporaneo: "Il possesso per i giovani non è più una priorità - afferma il Presidente del Museo Davide Peli - Il concetto di mobilità si sta innovando, noi vogliamo porci come luogo di incontro e confronto sulle richieste dei giovani sulla nuova mobilità, senza perdere il fascino della macchina storica; la nostra associazione, infatti, non vuole disperdere questo patrimonio".

Così come luogo di dibattito e ispirazione, laboratorio di idee e spazio di dialogo, per contribuire a rilanciare lo storico ruolo della città sul piano nazionale: "Vogliamo confermare il ruolo di Brescia fra le capitali dell'automotive" - conclude la Direttrice del museo Maria Bussolati - "Lo vediamo nell'industria, negli artigiani, nei giovani e nei campioni sportivi. Il Museo sarà la casa del passato e del futuro dell'automobilismo bresciano a 360 gradi".

Memoria conservata, ma anche progetto di futuro. Il nuovo corso del Museo dell'auto affonda le radici in una gara gloriosa, trasformando il passato in un trampolino verso ciò che sarà.

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Gaza, Tajani: da Sa'ar impegno a far entrare gli aiuti italiani

Genova, 19 mag. (askanews) - "Di Gaza me ne occupo più di loro, stiamo portando a casa dei risultati concreti. Ho concluso la telefonata con il ministro degli Esteri israeliano poco fa e mi ha assicurato che si farà tutto il possibile per fare entrare anche gli strumenti che fornisce l'Italia attraverso Food for Gaza". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato gli attacchi del Pd della Liguria sulla sua presenza a Genova per la campagna elettorale mentre la situazione aggrava a Gaza.

"Ricordo - ha aggiunto Tajani - che proprio qua a Genova abbiamo donato 15 tir della Iveco carichi di beni alimentari e sanitari al programma alimentare mondiale, abbiamo curato 130 bambini palestinesi negli ospedali pediatrici italiani e anche nel penultimo consiglio dei ministri abbiamo prorogato lo stato di emergenza finanziando ancora la popolazione palestinese, il resto è soltanto propaganda, non vale neanche la pena di rispondere. Quali sono le idee per riportare la pace? Se sono in grado di farlo lo facciano".

"E' mio dovere come segretario del partito - ha concluso il leader di Forza Italia - stare in mezzo alla gente, stare in giro per l'Italia, perché le cose internazionali si possono fare anche al telefono, la telefonata con il ministro degli Esteri di Israele Gideon Sa'ar si può fare anche da Genova, non serve stare a Roma chiuso nel Ministero. Io credo che sia più giusto andare a spiegare ai cittadini di Genova cosa stiamo facendo per loro, per la pace, come costruiamo bene il loro futuro, il resto è propaganda, sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, noi siamo pragmatici, vogliamo stare in mezzo alla gente, guai a non stare in mezzo alla gente".

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Terzo mandato, Tajani: no divisioni, è dibattito solo giuridico

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"Il centrodestra - ha aggiunto Tajani - a differenza della sinistra, è dal 1994 che si presenta unito come qui a Genova. E' la nostra forza perché la nostra non è un'alleanza elettorale ma è una coalizione politica, con le diverse sfumature e con le diverse identità. Noi siamo diversi dai nostri alleati, siamo il Partito popolare europeo in Italia, ma siamo leali fino alla fine della legislatura a questo governo. Quindi si mettano l'anima in pace e non sperino in divisioni nel centrodestra che non ci saranno".

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