CATEGORIE

Innovazione digitale, DXC Technology pronta a supportare Italia

venerdì 30 novembre 2018
3' di lettura

Roma, (askanews) - Nata 18 mesi fa dalla fusione di due grandi esperienze nel mercato IT (Computer Sciences Corporation e il business Enterprise Services di Hewlett Packard Enterprise), operativa in 70 Paesi nel mondo, compresa l'Italia dove impiega 2.000 persone (e altre 150 ne sta cercando), DXC Technology si colloca tra i leader mondiali nel settore dell'IT. La sua missione: supportare i clienti, pubblici e privati, nel loro percorso di trasformazione digitale. Il futuro? DXC Technology punta su big data e intelligenza artificiale che cambierà la nostra vita, a partire dalla guida autonoma. Della sfida della digitalizzazione che il nostro Paese si trova ad affrontare, delle prospettive di sviluppo del settore, del ruolo che DXC Technology intende giocare, askanews ha parlato con Lorenzo Greco, General Manager per l'Italia della società, anche alla luce della sua partecipazione al "Digital Italy Summit 2018", la tre giorni (dal 26 al 28 novembre) organizzata a Roma da The Innovation Group. Un'occasione di confronto tra i leader delle aziende più avanzate e dell'Industria ICT, diversi esperti internazionali del settore ed esponenti del governo e della pubblica amministrazione. Quale quadro emerge dal "Digital Italy Summit 2018"? "Emerge una fotografia con molte luci ma anche tante ombre. In Italia ci sono aree di assoluta eccellenza, al passo con i migliori Paesi europei e internazionali, ma ci sono ancora aree che hanno un differenziale in termini di trasformazione digitale ancora molto ampio", osserva Lorenzo Greco. Quale contributo può offrire DXC Technology al percorso di digitalizzazione? "DXC Technology è un'azienda nata da 18 mesi, ci piace definirci 'nativi digitali'. Abbiamo messo insieme - spiega Greco - due grandi esperienze del mondo dei servizi IT e la nostra missione è aiutare i clienti nel percorso di trasformazione digitale. "La messa a sistema di una complessità, data da tecnologie, da processi e da persone, è qualcosa che sicuramente può aiutare in questo percorso. Vogliamo distinguerci dagli altri per tre caratteristiche - sottolinea Greco. La prima è l'indipendenza tecnologica. Pensiamo che oggi le tecnologie siano talvolta sovrabbondanti, allora a fare la differenza è la capacità di costruire nuove architetture, di gestire e di integrare le tecnologie. La seconda caratteristica è il valore del capitale umano: senza le giuste competenze non può esserci trasformazione digitale. Infine, lo spirito di collaborazione. Noi stiamo investendo significativamente in un network di partner, da grandi brand a piccole realtà locali, perché riteniamo che la gestione della complessità non possa avvenire mai da soli ma solo attraverso la collaborazione dei migliori player del mercato". Nel nostro Paese la società è già impegnata in diversi progetti. "In Italia - prosegue Greco - le realtà da cui proviene DXC Technology sono presenti da oltre 20 anni. Noi impieghiamo oltre 2.000 persone in Italia dove abbiamo 5 sedi. Le cito un paio di casi. Le iscrizioni online per il Miur e sempre per il Miur il 'plico telematico' cioè la distribuzione degli esami di Stato non più in forma cartacea ma con la tecnologia digitale che permette al ministro, il primo giorno degli esami di maturità, di dare un codice con cui aprire il plico telematico. E questo comporta un risparmio di tempo e di soldi per le casse pubbliche". Una società giovane, con 2.000 dipendenti in Italia e con ambizioni di sviluppo anche dal punto di vista occupazionale. "In DXC Technology crediamo molto nelle discipline STEM. E per dare il nostro contributo siamo alla disperata ricerca di nuovi profili, sia neolaureati sia giovani con un certo bagaglio di esperienza. In questo momento abbiamo 150 posizioni aperte su Roma e Milano e vorremmo chiuderle con delle offerte di lavoro nel più breve tempo possibile". Quali i possibili sviluppi del digitale? "Noi stiamo investendo su alcune tematiche molto precise. Sicuramente tutto quello che riguarda il mondo dei dati e della analitica sui dati, il mondo del cloud, ma - conclude Lorenzo Greco - le nuove frontiere stanno andando verso l'intelligenza artificiale applicata per esempio ai sistemi industriali e, soprattutto, alla guida dei veicoli".

tag

Ti potrebbero interessare

Guggenheim Bilbao, nuove opere e nuovo display della collezione

Bilbao, 13 dic. (askanews) - Un diverso allestimento per mostrare al pubblico le nuove acquisizioni della collezione e dare nuova energia alle grandi sale del terzo piano. Il Museo Guggenheim di Bilbao presenta oggi esposte opere di Damien Hirst, Robert Ryman o Al Held, che dialogano con quelle, già note ai visitatori, di Rothko, Cy Twombly o Yves Klein. Il progetto di riallestimento è stato curato da Marta Blàvia. "Abbiamo avuto due intenzioni diverse - ha detto ad askanews -: la prima è di condividere con i nostri visitatori le nuove acquisizioni della collezione, che sono tante. E poi la seconda intenzione è stata di mostrare la diversità della nostra collezione. Noi abbiamo una collezione piccola, 169 opere, ma molto diverse tra di loro, che ci permettono di seguire un po' l'evoluzione della storia dell'arte, dalla metà del XX secolo fino a oggi".

In mostra, accanto ad alcune opere monumentali che si adattano alla perfezione alla dimensione del museo basco, anche due meravigliosi Lucio Fontana scuri, e poi l'ipnotico Led verticale di Jenny Holzer, nella stessa sala con Kiefer e Mona Hatoum. "Abbiamo articolato ogni galleria intorno a un tema - ha aggiunto Blàvia - tra gli altri lo spazio, la gestualità nella pittura, l'arte pop, l'idea di violenza e le sue tracce, per far vedere ai nostri visitatori tutte le opere che abbiamo, la molteplicità di discipline, di approcci, di desideri e di pensieri intorno all'arte come forma di riflessione intorno alla nostra realtà".

Alla fine però, l'emozione più forte e intensa continua a regalarla un'opera che da anni domina la galleria 304 del Guggenheim: il grande mare di alluminio di El Anatsui. Un capolavoro enorme e ipnotico che continua a scrutare dentro di noi, lasciandoci senza fiato. (Leonardo Merlini)

TMNews

Cresce la chirurgia robotica. Il convegno a Santa Maria Hospital

Bari, 13 dic. (askanews) - Negli ultimi anni la chirurgia robotica ha conosciuto una crescita senza precedenti in Italia. Secondo i dati più recenti, infatti, nel solo 2024 sono stati eseguiti oltre 54.700 interventi robotici, con un aumento esponenziale rispetto al passato. L'ambito di maggiore utilizzo resta quello urologico, con circa 30mila procedure, ma numeri in forte crescita si registrano anche in chirurgia generale e ginecologia. Dalla sua prima introduzione in sala operatoria fino all'integrazione con le tecnologie digitali e l'intelligenza artificiale, la robotica ha segnato il passaggio decisivo verso una chirurgia sempre più mininvasiva, con benefici evidenti. Se ne è parlato a Bari, al Santa Maria Hospital, struttura di GVM Care & Research accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, durante il convegno "Dal sogno alla realtà: vent'anni di chirurgia robotica", dedicato in particolare all'esperienza dell'urologia robotica in Italia. Abbiamo parlato con il Prof. Giuseppe Speziale, Vicepresidente GVM Care & Research:

"Vent'anni fa abbiamo iniziato questo percorso di robotica, oggi siamo come Santa Maria Hospital di Bari con un centro all'avanguardia, non solo tecnologico ma anche sulla formazione per le persone. La robotica, come in generale tutta la tecnologia, non sostituisce ma implementa, aiuta il chirurgo a fare meglio, personalizzare le cure e renderle più precise. Oggi, per esempio in alcuni campi come nell'urologia, pensare una chirurgia senza il robot sarebbe assolutamente pazzesco, ma pensate che solo 20 anni fa i chirurghi hanno faticato a introdurre questa tecnica perché veniva considerata assolutamente inutile. Quindi non c'è la predisposizione naturale all'innovazione, ma bisogna introdurla anche con forza e determinazione".

Un'occasione per ripercorrere le tappe fondamentali di una disciplina che ha trasformato la pratica chirurgica, mantenendo sempre il paziente al centro, come sottolineato dal professor Ludovico, tra i primi a introdurre la robotica in sala operatoria durante gli interventi di chirurgia urologica. È poi intervenuto il Prof. Giuseppe Mario Ludovico, Coordinatore U.O. Urologia - Santa Maria Hospital di Bari:

"L'introduzione delle piattaforme robotiche ha rivoluzionato la chirurgia e in particolar modo l'urologia. Le tecniche chirurgiche si sono modificate profondamente. Il robot ha consentito di l'esecuzione di interventi chirurgici complessi in maniera minima e quindi minimizzando l'impatto per il paziente e soprattutto le sequele indesiderate, le complicanze postoperatorie".

Una medicina che cambia, evolve, ma che continua ad avere un punto fermo dunque: la competenza del chirurgo, cuore e mente di ogni intervento, anche nell'era della tecnologia più avanzata.

TMNews

Salvini su Russia e Ucraina: l'Europa boicotta il processo di pace

Milano, 13 dic. (askanews) - Il leader leghista Matteo Salvini ha parlato della guerra tra Russia e Ucraina a margine di un evento a Milano. "L'Europa prima non c'era, adesso mi sembra che stia boicottando un processo di pace, forse perché Macron, Starmer e altri leader sono in difficoltà in casa loro e quindi devono portare all'esterno i problemi francesi o inglesi, però noi non siamo in guerra contro la Russia e non voglio che i miei figli entrino in guerra contro la Russia. Quando c'è una potenza che ha 6000 testate nucleari il dialogo di cui parla sempre il Santo Padre, Papa Leone, è la via maestra, quindi lasciamo che Trump, Zelensky e Putin trovino un accordo senza disturbare questo percorso".

TMNews

Pirelli HangarBicocca: nelle Navate un cinema per Nan Goldin

Milano, 13 dic. (askanews) - Venerdì 12 dicembre 2025 Pirelli HangarBicocca ha presentato una serata speciale nella mostra This Will Not End Well, la prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker. Lo spazio delle Navate si è trasformato in un vero e proprio cinema dove è stato proiettato il film Liberty's Booty di Vivienne Dick del 1980 interpretato tra gli altri dalla stessa Nan Goldin: un'indagine sulle sex workers nell'economia tardo capitalista, narrata dal punto di vista femminile, nonché un documento e una celebrazione della sottocultura newyorkese alla fine degli anni Settanta, la stessa raccontata da Goldin nei suoi slideshow. Vivienne Dick è regista di fama internazionale e figura chiave del movimento No Wave a New York alla fine degli anni Settanta.

Dopo la proiezione si è tenuta una conversazione, moderata da Cristina Piccino, tra Nan Goldin e Vivienne Dick durante la quale le due artiste hanno rivelato come entrambe siano state d'ispirazione reciproca per la propria attività.

TMNews