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Progetto Reting per espandere il proprio business col franchising

sabato 15 dicembre 2018
4' di lettura

Roma, (askanews) - Replicare la propria attività di successo e, allo stesso tempo, creare occupazione. E' questo lo scopo del franchising, un'attività molto diffusa all'estero e che in Italia sta lentamente affermandosi come spiega Ernesto Di Majo, Fondatore del progetto Reting. "Il franchising non è altro che una sorta di condivisione di quello che di buono è stato fatto. Quindi dobbiamo partire da un presupposto, esiste un attività di successo che sta ottenendo dei buoni riscontri e il proprietario decide di aprire un altro punto vendita e inizia a pensare: lo apro in maniera diretta? Dovrò gestire molti dipendenti? La distanza, ce la farò o non ce la farò? Quindi poter replicare quello fatto di corretto e inizia ad avvicinarsi al modello di distribuzione di modelli e servizi che è rappresentato dal franchising, quindi trasferisco a terzi quello che ho imparato e faccio si che sia un altro imprenditore a portare avanti quello che avevo realizzato. E' una formula che sta prendendo sempre più piede". Un'opportunità per un imprenditore di successo che dovrebbe scegliere questa strada per espandere la propria attività. "Un imprenditore - spiega Di Majo - ovviamente deve fare i conti con quelli che sono gli investimenti per poter replicare la propria attività ed è chiaro che poter dividere gli sforzi con altri imprenditori, riuscendo ad avere delle economie di scala differenti, perchè se per aprire un negozio ad esempio occorrono cento mila euro, se ne devo aprire un altro quei cento mila euro vengono investiti da un altro imprenditore che beneficia di tutto il know-how di quello che ho imparato, quindi gli trasferisco tutta una serie di valori aggiunti, lui mette l investimento, gestisce i suoi dipendenti ma lo fa con il mio nome. Così comincia a crearsi una rete di negozi virtuosi, in quanto, stanno replicando quello che di buono aveva fatto il negozio iniziale. L'Italia però è ancora indietro, rispetto agli altri Paesi. "L'Italia è un Paese, come sempre, un po' anomalo rispetto a quella che è la norma - sottolinea Di Majo -, nel senso che il franchising è nato negli Stati Uniti e ha un incidenza di circa il 30% di attività esistenti in franchising, in Italia siamo intorno al 5% però l Europa viaggia intorno al 15%, quindi, oggettivamente siamo un po' indietro. Le motivazioni sono da ricercare in una normativa tardiva. La legge è arrivata nel 2004 però con il franchising tutti ricordiamo Benetton all inizio degli anni settanta, quindi, il franchising era già presente in Italia ma non c'era una regolamentazione, così è successo un po' di tutto. Quando è arrivata la legge le cose si sono un po' sistemate però l'italiano ha sempre un qualcosa che gli fa dire: io lo so fare un po' meglio. Invece dovrebbe fare come diceva quel comico: dimmi quello che devo fare e io lo faccio. All'estero ci riescono, in Italia un po' meno e questo significa anche che il franchising non è per tutti. Reting, il programma fondato proprio da Di Majo, informa e accompagna gli imprenditori ad intraprendere questa strada. "L'idea di Reting che ha come pay off dal negozio al franchising, vuole essere un sistema di divulgazione del buon franchising. Perchè - dice ancora Di Majo - il franchising come qualunque tipologia di attività ha lati scuri e lati ottimi. E' chiaro che i lati scuri sono sempre i più piccoli però bisogna effettuare una vera educazione al mercato per far comprendere davvero cos è il franchising. Io sono un temporary manager specializzato nel franchising e quello è il mio lavoro, però quando incontro delle persone, specialmente dei giovani, che ancora non sanno cosa il franchising gli può offrire, qual è il reale valore aggiunto viene la voglia di dire che queste persone bisogna informarle e fargli capire davvero cos'è il franchising. Altrimenti succede come avvenuto ad inizio settimana con una trasmissione sulla Rai che ha parlato del franchising facendo vedere l'aspetto negativo. Ok mi sta bene, può darsi che qualcuno scivola su una buccia di banana, però, spiega anche a come non incappare nello stesso errore. E quello che noi in Reting facciamo: intervistiamo franchisor, quindi, case madri che sono riuscite ad ottenere dei bei risultati e raccontano come hanno fatto, ma raccontano anche le difficoltà perchè non è una passeggiata, c è da rimboccarsi le maniche perchè il franchising non è una passeggiata, non è un gioco". Il Franchising e' quindi un modello di business vincente. "Sono trent'anni che mi occupo di consulenza aziendale, sette anni fa - conclude il manager - ho incontrato il franchising ed è stato un colpo di fulmine ed ho pensato che è un sistema incredibile e l'ho scelto come la mia attività principale. Poi mi sono reso conto che il franchising sta creando una nuova classe imprenditoriale, quella dei franchisee, quella di persone che non riescono a trovare lavoro, sono fuori dal meccanismo che oggi in Italia si è generato e desiderano diventare degli imprenditori. Ma in Italia esiste un posto dove posso andare e dove mi insegnano a fare l'imprenditore? Se vado da un altro imprenditore non mi racconterà come ha ottenuto il successo, nel franchising invece la chiave è proprio quella: io ti spiego come ottenere il mio stesso successo".

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Il direttore della GAMeC di Bergamo e direttore artistico del progetto lo ha raccontato ad Askanews: "Inauguriamo il quarto ciclo di Pensare come una montagna, il programma biennale che GAMeC sta sviluppando da un anno a questa parte. È un ciclo molto ricco che mette al centro il tema dei cicli naturali e dei cicli della storia. Lo ritroviamo in tutti i progetti che abbiamo portato avanti come idea, come visione, attraverso linguaggi diversi.

Sicuramente caratterizza la mostra di Maurizio Cattelan Seasons distribuita in quattro diversi spazi della città di Bergamo Palazzo della Ragione, in Piazza Vecchia, accoglie November (2023); alla GAMeC, in via San Tomaso, sono esposte Empire (2025), e No (2021); la scultura Bones (2025) e allestita nel vicino Ex Oratorio di San Lupo, mentre One (2025) - installazione site-specific prodotta in collaborazione con il Comune di Bergamo - si erge nella storica Rotonda dei Mille, nel cuore di Bergamo Bassa .

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"Oggi parliamo di bambini trucidati, i bambini non sono terroristi" aggiunge un uomo. "Ci si sente malissimo, non si può assistere all'eccidio di 60mila persone di cui 20mila bambini, basta, in altri paesi le manifestazioni sono con milioni di persone, spero che oggi si dia un segno per dire basta e provare a trovare la pace" afferma un'altra manifestante.

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