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Alpitour: al VOI Marsa Siclà cucina fra tradizione e innovazione

domenica 17 giugno 2018
2' di lettura

Milano, (askanews) - Il pomodoro pachino, il fagiolo bianco di Scicli, la mandorla di Noto e il cioccolato di Modica. Sono alcuni dei presidi slow food della Provincia di Ragusa, terra che conta il maggior numero di ristoranti stellati della Sicilia e famosa anche per gli splendidi esempi di tardo barocco con ben otto siti Unesco. Qui Alpitour ha deciso di investire attraverso la controllata VOIHotels con la recente inaugurazione del Marsa Siclà Resort, che oltre a proporsi come punto di partenza per esplorare la zona, intende valorizzare le tradizioni culinarie della Sicilia. E lo fa con una cucina all'avanguardia dove opera una brigata composta da 13 persone, tutte siciliane guidata dall'executive chef Amedeo Airò Farulla. Itw Cuoco 0.53-1.27 "La tradizione deve essere rispettata. Il ruolo del cuoco diventa importante per quanto riguarda le cotture perché noi avendo la cucina all'avanguardia dal punto di vista tecnologico ci possiamo permettere di fare cotture a bassa temperatura, cotture con azoto liquido. Ma la tecnica non deve mai superare la tradizione, noi siamo tutti una brigata siciliana quindi ci teniamo". Altra caratteristica della cucina è quella di essere interamente a vista. Itw 1.51-2.23 "Abbiamo deciso di cucinare in mezzo ai clienti per condividere con loro la nostra passione. Da parte nostra la viviamo con tanto entusiasmo e poi fa si che l'ospite si renda conto della nostra onestà: la nostra cucina deve essere candida come le nostre giacche e se ci vedono con le giacche bianche capiscono che non stiamo pasticciando". A breve è prevista l'apertura di un altro ristorante gourmet dove verranno proposti piatti più ricercati. ma sempre nel solco della tradizione siciliana. Così come è allo studio l'ipotesi di proporre agli ospiti dei corsi di cucina dalla preparazione della pasta fresca fino alla pasticceria.

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Da Porta Metronia a Colosseo, inaugurate stazioni-museo della Linea C

Roma, 16 dic. (askanews) - Una finestrella chiamata "Oculus" che mostra un'angolazione tutta nuova e inaspettata del Colosseo: si trova nella nuova stazione della Metro C Colosseo-Fori Imperiali, inaugurata oggi assieme alla fermata Porta Metronia con il "primo" viaggio della nuova tratta di 4 chilometri compiuto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il collega alla Cultura Alessandro Giuli e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Le nuove "archeostazioni" sono state realizzate dal consorzio Metro C guidato da Webuild insieme a Vianini Lavori nell'ambito dei lavori commissionati da Roma Metropolitane per conto di Roma Capitale. Con l'apertura di queste due stazioni e 3 nuovi km di linea, il progetto ridisegna la mobilità urbana tra centro e periferia, grazie anche all'interscambio con la Linea B già esistente.

Porta Metronia, a una profondità di 30 metri, si articola su cinque livelli interrati e dal 2026 aprirà al suo interno un museo con una caserma romana emersa dagli scavi nella primavera del 2016. Simona Morretta, Soprintendenza Speciale di Roma e direttrice degli scavi:

"Ci sarà un'inaugurazione futura del Museo Porta Metronia, che accoglie la caserma che abbiamo trovato, delocalizzato e rimontato, sarà probabilmente a pagamento".

La Metro Colosseo-Fori Imperiali si sviluppa su quattro livelli interrati, con una larghezza fino ai 50 metri e una profondità fino a 32 metri: all'interno un progetto museale curato e finanziato invece dal Parco archeologico del Colosseo con la partecipazione dell'Università La Sapienza Università di Roma. Marco Cervone, Construction Manager Opere Civili Metro C:

"Ci troviamo davanti a una domus romana, sono alcune stanze di una domus romana che riguardano una sauna, al centro c'è il braciere e le sedute. Quando abbiamo realizzato il pozzo che ha consentito il collegamento tra la linea C e la linea B è stata trovata questa domus. La parte che hanno voluto riposizionare è questa sauna", ha concluso.

Ad accogliere i Ministri erano presenti Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild, Vincenzo Onorato, Amministratore Delegato Vianini Lavori. Presenti anche, tra l'altro, il Commissario Straordinario per l'opera Maria Lucia Conti, l'Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè e il Capo Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale avocante, Alfonsina Russo.

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Una decisione presa anche alla luce della crisi che sta attraversando il settore in Europa: l'obiettivo di zero emissioni nette, che era stato fissato per il 2035, ora diventa di "riduzione del 90%" di queste emissioni, prendendo a riferimento i livelli del 2021.

Dopo il 2035 i costruttori quindi potranno continuare a vendere una quota seppur limitata (circa il 30-35% delle auto, secondo calcoli preliminari) di auto nuove dotate di motori termici o ibridi, rispettando una serie di condizioni, in particolare quella di compensare le emissioni di CO2.

Per il commissario europeo all'Industria Stephane Séjourné, si tratta di un approccio pragmatico che non tradisce gli obiettivi: "L'obiettivo rimane lo stesso, le flessibilità sono in realtà flessibilità pragmatiche alla luce dell'adesione dei consumatori e della difficoltà dei costruttori di proporre sul mercato veicoli 100% elettrici entro il 2035. La Commissione europea ha scelto un approccio che è al tempo stesso pragmatico ma che mantiene i suoi obiettivi e le sue ambizioni climatiche".

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