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La Bigolada di Castel d'Ario: la festa più divergente d'Italia

sabato 16 dicembre 2017
2' di lettura

Milano (askanews) - Può essere considerata, a pieno titolo, la festa più "divergente" d'Italia: festeggia il carnevale, ma nel primo giorno di Quaresima e ha nei "bigoli e sarde" il piatto forte pur svogendosi nel Mantovano, terra di riso, salami e salamelle. E' la "Bigolada" di Castel d'Ario, festa popolare nata nel 1848 - ovviamente da un moto di protesta - e sopravvissuta fino ad oggi con lo stesso spirito anti-autoritario. "L'occasione è stata nel 1848 come protesta contro gli Austriaci - spiega lo studioso Sandro Correziola - i quali avevano negato che nel primo giorno di quaresima potesse essere distribuita ai poveri del paese polenta, aringhe, che in dialetto si chiamavano 'scopetòn', e vino piccolo, cioè l'acqua buttata sopra le vinacce". La festa ha ora avuto il riconoscimento della Regione Lombardia nell'ambito del Bando Unico Cultura 2017 ed è stata presentata a Milano come primo passo verso l'obiettivo di raccogliere la più ampia documentazione possibile sui 170 anni di storia dell'evento per mantenerne viva la memoria e sostenerne le potenzialità attrattive dal punto di vista turistico. "Devo dire che ogni anno partecipano fino a 20 mila persone - dice Daniela Castro, sindaco di Castel d'Ario - siamo arrivati a dodici quintali di bigoli serviti a gente che viene dalla provincia e anche da fuori: è una festa molto conosciuta. Ed è un piacere che oggi siamo qui a Milano a parlare di questo, anche perchè è stato riconosciuto il finanziamento dalla Regione per una manifestazione, nel suo genere, davvero unica". Quest'anno la "Bigolada" cadrà il 14 febbraio. Dalle 10,30 fino al calar del sole nella piazza di Castel d'Ario, si cucinano bigoli e sarde, una campana annuncia di volta in volta la cottura di ogni calderone e chiunque può essere servito, anche portando da casa piatti, scodelle o addirittura secchi. "Come vengono serviti? E' molto semplice - spiega Giampaolo Turazza, cuoco volontario della Bigolada - la cottura sarà in grossi pentoloni su fuoco a legna, come 170 di storia ci hanno insegnato per aver maggior fiamma e miglior cottura. E poi il condimento, che è la parte principale". "Viene cotto tutto nella pubblica piazza, quella mattina stessa - aggiunge Giorgio Dal Checco, cuoco incaricato di presidiare il condimento - viene macinato un giorno prima, ma cotto in diretta in piazza. Il tutto in grandi paioli dove cuciniamo tre quintali di sardelle". "Il sapore della protesta - conclude Paolo Soave, presidente della Pro Loco di Castel d'Ario - è dato da tutte le persone che in questo giorno di penitenza, le Ceneri, vogliono comunque far festa insieme ad una allegra brigata di cuochi e persone collaborative".

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