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Joan Mirò il ribelle, a Torino in mostra il periodo maiorchino

giovedì 5 ottobre 2017
2' di lettura

Torino (askanews) - Trasgressivo, ribelle, anticonformista. E' Joan Mirò negli anni della sua maturità artistica, quando si trasferì a Maiorca, dove visse dal 1956 fino alla sua morte, nel 1983. Sono ventisette anni ripercorsi dalla mostra "Mirò! Il sogno e il colore", a Torino a Palazzo Chiablese che ospita opere della Fundacio' Pilar i Joan Miro di Maiorca. "In questa mostra il visitatore può ammirare 130 opere, tra dipinti, sculture e libri illustrati che rivelano un Mirò molto più anticonformista e meno conosciuto. Le opere rappresentano l'ultima tappa della sua produzione artistica, a partire dal 1956 in cui lui si stabilisce a Maiorca", ha spiegato il direttore della fondazione Francisco Copado Corralero All'epoca l'artista aveva 63 anni, era affermato a livello internazionale, e nel suo buen retiro maiorchino si diede ad una attività creativa intensa. "Mirò è uno dei principali rappresentanti dell'arte del XX secolo per l'influenza che l'artista ha avuto in altri ambiti artistici e su diversi artisti. Inoltre egli stesso si è lasciato influenzare da diversi movimenti come l'espressionismo astratto americano. E' un'artista che da un lato ha influito sull'arte e dall'altro ha ricevuto influenze. E questo anche quando era un artista maturo, quando aveva già 60 anni". Tra gli oli di grande formato in mostra, ci sono capolavori come "Femme dans la rue" (1973), ma a Torino sono esposti anche disegni, sculture e libri, che testimoniano la volontà di Mirò di non smettere mai di sperimentare tecniche e materiali. Prodotta da Arthemisia, curata da Pilar Baos Rodriguez, la mostra dà inoltre l'opportunità ai visitatori di esplorare gli spazi creativi dell'artista, che a Maiorca coronò il sogno di avere ben due atelier. C'è infatti una sorta di set che riproduce uno degli atelier di Mirò, in cui i visitatori possono scattare delle foto. Atelier che ancora oggi sono rimasti intatti, come l'artista li ha lasciati.

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