Venezia, 11 mag. (askanews) - Un padiglione dedicato al mare, alla relazione tra le acque e la terra, al modo in cui si pensa questo spazio ibrido e suo modo di confine, ma che nel nostro Paese è estesissimo e significante. Per la Biennale Architettura l'Italia ha presentato nel nostro padiglione nazionale il progetto collettivo "Terrae Aquae - L'Italia e l'intelligenza del mare", curato da Guendalina Salimei.
"Terrae Aquae - ha spiegato la curatrice ad askanews - era questa idea di un confine, una zona di limite tra la terra e l'acqua che è un'area un po' difficile nel nostro Paese perché è stata un po abusata, un po' distrutta quindi, ma anche poco considerata: perciò l'idea era di rivoltare il punto di vista, di non mettere un punto di vista sempre di un retro, dalla terra, ma dire vediamolo dal mare, in questo senso era l'intelligenza del mare come elemento naturale, anche perché dal mare noi potevamo in qualche modo vedere le nostre coste che sono lunghissime".
Il progetto si è sviluppato come una "call for visioni" intorno al tema del guardare l'Italia dal mare, con un cambio di prospettiva e una polifonia di voci e interpretazioni che nel padiglione in Arsenale diventano una manifestazione esplicita di intelligenza collettiva e di diversità: dei linguaggi, dei mezzi espressivi, delle idee per creare una nuova attenzione alla dimensione costiera. Con il chiaro intento di analizzare quella che è e resterà una delle soglie più significative per il nostro Paese. "È un'idea di limite, questo limite che però varia - ha aggiunto Salimei - quindi è un confine che cambia nella terra e l'acqua. Mi sembrava una parola, limite, che in qualche modo desse un po' questo rapporto di area di difficoltà".
In mostra, in entrambe le tese di Padiglione Italia, oltre 600 progetti di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, che puntano su un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere, in cui passato e presente vengono accomunati dall'intento di ripensare il rapporto tra terra e mare e che si trovano in dialogo anche con opere d'arte, sempre concepite in relazione alla dimensione di scambio tra la terraferma e le acque.