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È morta Kelly Preston, attrice e moglie di John Travolta

di TMNews lunedì 13 luglio 2020
2' di lettura

Ocala, 13 lug. (askanews) - Soffriva di cancro al seno da 2 anni Kelly Preston, attrice e moglie di John Travolta, morta il 12 luglio 2020 all'età di 57 anni. La notizia della scomparsa è stata data, via social, dallo stesso attore che ha raccontato della sua "bellissima moglie Kelly" e del suo coraggio nel corso dei due anni di malattia. I due erano seguaci di Scientology.

"È con il cuore molto pesante - ha scritto - che vi informo che la mia bellissima moglie Kelly ha perso i suoi due anni di battaglia contro il cancro al seno. Ha combattuto una lotta coraggiosa con l'amore e il sostegno di tantissimi. Io e la mia famiglia saremo per sempre grati ai suoi medici e infermieri al MD Anderson Cancer Center, tutti i centri medici che hanno aiutato, così come ai suoi tanti amici e cari che sono stati al suo fianco. L'amore e la vita di Kelly saranno sempre ricordati".

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Nata a Honolulu, alle Hawaii, nel 1962, Kelly aveva incontrato John sul set del film "The Experts" nel 1989. Due anni dopo i due si sono sposati, rimanendo insieme - tra alti e bassi - per 29 anni. La coppia ha avuto 3 figli, Ella Bleu, Benjamin e Jett, il primogenito, affetto da autismo e morto a 17 anni nel 2009, a causa di un malore.

Protagonista di oltre 40 film, tra cui "Jerry Maguire" al fianco di Tom Cruise, "Jack Frost" con Michael Keaton e "Battaglia per la Terra" con il marito, Kelly Preston ha lavorato fino al 2018 con "Gotti, il primo padrino" di Kevin Connolly. Poi la diagnosi della malattia, cancro al seno che purtroppo non le ha lasciato scampo.

In seguito alla perdita della moglie, John Travolta ha annunciato un temporaneo ritiro dalle scene "prenderò un po' di tempo per stare con i miei figli che hanno perso la madre - ha scritto - perdonatemi se non avrete mie notizie".

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Trump annuncia lo stop alle sanzioni e in Siria si festeggia

Milano, 14 mag. (askanews) - Si festeggia in Siria, con clacson e cori da stadio, per l'annuncio di Donald Trump da Riad, in Arabia Saudita, sulla fine delle sanzioni al paese medio orientale.

"Ordinerò la cessazione delle sanzioni contro la Siria per darle una possibilità di grandezza", ha detto il presidente americano tra gli applausi della platea di leader aziendali globali e membri della famiglia reale saudita. "Allo stesso modo, in Siria, che ha visto così tanta miseria e morte, c'è un nuovo governo che, si spera, riuscirà a stabilizzare il Paese e a mantenere la pace, questo è ciò che vogliamo vedere in Siria", ha aggiunto Trump.

Una svolta per il paese dilaniato da anni di guerra con il nuovo corso inaugurato da Ahmed al-Sharaa che amministra il paese dopo aver cacciato l'ex dittatore siriano.

Trump e al-Sharaa hanno avuto un breve incontro informale a Riad di circa mezz'ora nel corso del quale il presidente americano avrebbe chiesto al leader siriano di aderire agli Accordi di Abramo con Israele.

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Papa: impegnerò ogni mio sforzo perché la pace si diffonda nel mondo

Città del Vaticano, 14 mag. (askanews) - "Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace". A dirlo Papa Leone incontrando oggi in Vaticano i partecipanti al Giubileo delle Chiese orientali.

"I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!", ha detto il pontefice, ribadendo che "la guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee - ha quindi detto - tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi".

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Mattarella: valori europei non ammettono compromessi morali

Coimbra, 14 mag. (askanews) - "Dialogo costruttivo, senso del bene comune, etica deontologica, così come disposizione a innovare e a costruire e accumulare capitale sociale produttivo. Sono i presupposti indispensabili alla crescita economica in Stati di diritto avanzati, come lo sono i nostri. Sono anche, a mio avviso, manifestazioni di quei valori fondamentali da noi condivisi e che hanno forgiato l'identità europea e non ammettono compromessi morali". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella orazione in occasione del dottorato honoris causa ricevuto dall'Università di Coimbra.

Mattarella è a Coimbra in Portogallo per partecipare all'annuale summit Cotec, l'associazione che unisce Italia, Spagna e Portogallo, e insieme al re di Spagna Felipe VI ha ricevuto oggi il dottorato honoris causa in economia, un evento che a suo avviso richiama "la vicinanza tra i nostri Paesi e i nostri popoli, idealmente riuniti in questo luogo votato agli scambi di cultura e conoscenza". Negli ultimi decenni solo un piccolo numero di capi di Stato è stato insignito del titolo di Dottore honoris causa dall'universita di Coimbra: il brasiliano Josè Sarney nel 1986, Juan Carlos I nel 1989, e più di recente nel 2001 l'argentino Fernando de la Rua e il greco Prokopis Pavlopoulos nel 2017. L'ultimo italiano a ricevere l'onorificenza è stato Angelo Fiori professore emerito di medicina legale dell'università cattolica del Sacro Cuore di Roma, nel 2009.

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Oltre 56 vittime in attacchi di Israele nella Striscia di Gaza

Milano, 14 mag. (askanews) - Sono complessivamente 56 le persone uccise negli attacchi israeliani nel nord e nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riportato la tv satellitare araba al Jazeera, citando fonti sanitarie.

Mentre Israele, come si vede in queste immagini, continua a colpire la città di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, almeno 50 delle vittime sono avvenute nella parte settentrionale della regione, ha riferito l'emittente. Oggi i media palestinesi hanno riferito che almeno 36 persone sono state uccise negli attacchi israeliani contro la città di Jabalia e il campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Da quando Israele ha ripreso i bombardamenti il 18 marzo, più di 2.700 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza, mentre oltre 7.600 sono rimaste ferite, secondo le statistiche del ministero della Salute di Gaza.

Il 18 marzo Israele ha ripreso gli attacchi sulla Striscia di Gaza, citando il rifiuto di Hamas di accettare il piano degli Stati Uniti di estendere il cessate-il-fuoco, scaduto il 1 marzo. A inizio marzo Israele ha interrotto la fornitura di elettricità a un impianto di desalinizzazione nella Striscia di Gaza e ha vietato l'ingresso ai tir che trasportavano aiuti umanitari.

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