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Clima e rincari costi filiera: è allarme per industria del miele

di TMNews venerdì 22 ottobre 2021
2' di lettura

Milano, 22 ott. (askanews) - "Le nostre aziende sono ormai 7-8 mesi che stanno vendendo il miele o a pari o nella maggioranza dei casi in totale perdita".

A lanciare l allarme è Raffaele Terruzzi, presidente del Gruppo miele e altri prodotti dell alveare di Unione Italiana Food, che rappresenta i confezionatori e gli importatori di miele italiani. Il comparto, dopo i mesi difficili della pandemia, è in ginocchio: la produzione italiana è in costante calo da ormai tre anni e a questo ora si aggiunge l aumento vertiginoso dei costi di importazione della materia prima: parliamo di un +300% nell ultimo anno dei costi dell energia e dei noli marittimi per importare via mare il miele. Una situazione difficile per chi confeziona e importa questo prezioso alimento prodotto dalle api. "Questo potrebbe compromettere la visibilità del miele sullo scaffale e privare il consumatore italiano sia del prodotto nazionale sia per quanto riguarda il prodotto di importazione".

Il rischio, dunque, avverte Terruzzi, è quello di non trovare il miele nei supermercati italiani. La produzione italiana negli ultimi tre anni ha fortemente risentito delle variazioni climatiche. Basta un dato per capire le dimensioni del problema: nel 2021, la produzione media di miele d acacia è stata pari a 2,6 chili per alveare, contro una media degli ultimi 5 anni di quasi 20 chili:

"L'industria italiana del miele è soggetta a due grossi problemi: il primo problema è quello della materia prima prodotta in Italia dove per condizioni climatiche avverse il miele viene prodotto con grave difficoltà a questo aggiungiamo anche una situazione che potremmo definire botanica che è andata via via degenerando perché vanno sempre più riducendosi le piante nettarifere".

Quella del cambiamento climatico è una vera e propria piaga per tutta la filiera italiana del miele che costringe l Italia, ora più che mai, a importare il prodotto dall estero: normalmente le importazioni rappresentavano il 50%, ora chiaramente la quantità di prodotto estero è salita. Ma in parallelo sono schizzati anche i prezzi di energia e trasporto via mare: solo nell ultimo anno i mieli provenienti da Argentina ed Est Europa sono cresciuti rispettivamente più del 50% e del 20% un incremento dei costi che l industria italiana dice di non riuscire più a sostenere.

"Le importazioni ha un costo logistico perché sono Paesi abbastanza lontani questi Paesi lontani subiscono oggi un drammatico costo di nolo mare, quindi questo costo va a colpire e a penalizzare il costo del miele Inoltre nei Paesi europei più vicin come la Romania, l'Ungheria, la Bulgaria, la Polonia invece torniamo al primo step perché lì anche loro subiscono la situazione climatica".

Tutte criticità queste che cadono proprio a ridosso delle stagioni autunnale e invernale. il periodo di massimo consumo del miele da parte degli italiani.

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