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Valentina Romani, dalle punte in Carla a Naditza in Mare Fuori 2

di TMNews martedì 16 novembre 2021
2' di lettura

Roma, 16 nov. (askanews) - Dall'eleganza del danzare sulle punte in "Carla", il film su Carla Fracci, alla trasformazione nella zingara Naditza, finita più volte nel carcere minorile di Napoli in "Mare Fuori 2". Valentina Romani, romana, 25 anni, ha interpretato due ruoli che le stanno molto a cuore. Per il film sulla grande ballerina, uscito tre giorni al cinema e il 5 dicembre in onda su Rai1, l'amica-nemica di Carla Fracci, senza controfigure, ha riacceso una sua vecchia passione.

"Ho girato tutto io perché ho fatto danza classica per circa 13 anni e mi sembrava bello anche per riuscire a mettere insieme due passioni, la recitazione e la danza classica che fin da piccola ha fatto parte della mia vita, sono stata contenta di ritirare fuori le mie cose da danza, le mie calze, le scarpette e risvegliare i miei muscoli e le mie doti da ballerina". "Ho fatto un mese di prove perché tornare sulle punte non è proprio facilissimo".

Un sogno per lei partecipare al progetto che racconta la storia di un icona, anche di femminilità ed eleganza, un onore e una responsabilità. Così come tornare a interpretare Naditza in "Mare fuori 2", dal 17 novembre su Rai 2, seconda stagione della serie di successo ambientata nell'Istituto minorile di Napoli. "Il racconto di un carcere di pena minorile è complesso, è il racconto di vite che si trovano di fronte a realtà di cui non si sente parlare molto spesso, con la speranza che sia solo una fase di passaggio e di rieducazione alla responsabilità;

sono felice di poter ricoprire questo ruolo di una ragazza piena di energia vitale che non consente agli errori di buttarla giù e questa è una chiave incoraggiante".

Un'adolescente in crescita, solare nostante le sofferenze, e una serie educativa con un messaggio sociale. Attualmente Valentina Romani è a Trieste sul set. Dopo "Mare fuori 2" la vedremo in un'altra serie di successo: "La Porta Rossa tre".

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Milano, 20 mag. (askanews) - Fondazione Elpis presenta la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, il progetto d'arte contemporanea ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, diffuso lungo tutta la Penisola in 20 piccoli centri con meno di 5.000 abitanti e realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e Threes.

Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

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