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Arriva in sala "L'acqua, l'insegna la sete - Storia di classe"

di TMNews sabato 20 novembre 2021
2' di lettura

Roma, 20 nov. (askanews) - Una clip in anteprima di "L'acqua, l'insegna la sete - Storia di classe", l'ultimo film documentario di Valerio Jalongo ("Il senso della bellezza") che arriva al cinema il 22, 23 e 24 novembre.

Racconta la storia di Lopez, professore in pensione che ritrova in un vecchio giornale di classe "L'acqua, l'insegna la sete", una struggente poesia di Emily Dickinson che in pochi versi rivela come la vita ci insegni il valore delle cose. Lopez ha conservato tutto di quella classe (la prima E dell'Istituto Roberto Rossellini di Roma): compiti, temi, e il video diario girato insieme ai ragazzi quindici anni prima. Tanto lavoro e buona volontà, eppure molti ragazzi di quella classe avevano abbandonato prima del tempo, non avevano mai preso un diploma. Un amara sconfitta per la scuola e per chi ci si era dedicato con passione. Sull'onda di quella poesia e dei suoi ricordi, il prof. Lopez sente il bisogno di sapere cosa è rimasto di quegli anni passati insieme e parte alla ricerca dei suoi alunni, ormai trentenni. Soprirà che di loro fa il mestiere per il quale la scuola lo aveva preparato ma ognuno è cresciuto in una direzione diversa e imprevedibile, trovando in se stesso le risorse per reinventarsi.

Il film è stato presentato in concorso al 50esimo Festival Visions du Réel, al 42esimo Cinemed di Montpellier, al 18esimo Berlin Festival Zeichen der Nacht, al 18esimo Guangzhou Documentary Film Festival, ha ottenuto la nomination come miglior film al 56esimo Solothurner Filmtage, ed è stato premiato come Miglior film Giuria giovani a Visioni dal Mondo, Miglior Film e Miglior Sceneggiatura alla 22esima edizione di Inventa un Film. Scritto da Linda Ferri e Valerio Jalongo in collaborazione con Gianclaudio Lopez, è una coproduzione svizzera-italiana AURA Film, RSI Radiotelevisione svizzera, AMEUROPA International con RAI Cinema.

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Confindustria Ceramica: Ets carbon tax drena risorse investimenti

Sassuolo (Modena), 17 dic. (askanews) - "Gli investimenti sono la chiave per mantenere una leadership come quella che l'industria ceramica conserva a livello internazionale. La forte preoccupazione è che le risorse per le aziende per investire vengono drenate dalla normativa europea che continua a mantenere un'impronta ideologica, soprattutto per quanto riguarda l'emission trading". Lo ha detto il direttore generale di Confindustria Ceramica, Armando Cafiero, in occasione del bilancio di fine anno a Sassuolo.

"L'emission trading è diventata una carbon tax - ha proseguito Cafiero -. In questo momento è necessario, invece, mantenere le risorse per gli investimenti delle imprese, quindi c'è bisogno di un processo di revisione in particolare per le economie più manifatturiere, quindi Italia e Germania, e per i distretti più innovativi come quello della ceramica".

"Si vuole evitare che succeda come per l'automotive - ha aggiunto il direttore -. L'automotive è sempre stata non solo a livello italiano ma anche a livello europeo un'eccellenza. Adesso invece siamo costretti a rincorrere. Vediamo tanti territori che stanno soffrendo non solo in Italia ma anche in Germania le conseguenze di scelte ideologiche".

"Prima si riesce a correggere rotta, meglio è, fermi restando gli obiettivi di mantenere un percorso forte sulla sostenibilità e decarbonizzazione - ha concluso Cafiero -. Ma per conservare la nostra base industriale che continua a essere la chiave del cambiamento e delle possibilità di mantenere sui nostri territori un'occupazione di qualità".

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Accordo del Regno Unito con l'Ue per rientrare nel programma Erasmus

Roma, 17 dic. (askanews) - La Gran Bretagna è pronta a rientrare nel programma di scambio studentesco Erasmus dell'Unione europea, quasi cinque anni dopo averlo abbandonato in seguito alla Brexit.

Europa e Regno Unito hanno concluso i negoziati per riaderire al programma Erasmus+ dal 2027, si legge in un comunicato congiunto, "aprendo nuove opportunità di cooperazione nei settori dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport per i cittadini e in particolare per le giovani generazioni".

Ne sono felici molti studenti britannici. A Manchester, il 21enne Edward dice:

"Penso che sia importante avere legami più stretti con l'Ue perché lì ci sono più opportunità. Sarebbe molto più facile trasferirsi all'estero e sperimentare una vita diversa fuori dall'Inghilterra, soprattutto per studiare all'estero. Ma a causa della Brexit, abbiamo perso questa opportunità ed è piuttosto deludente".

"Sì, sicuramente sarebbe qualcosa che mi piacerebbe fare. Mi darebbe un vantaggio rispetto agli altri studenti, perché potrei esplorare e conoscere culture diverse e modi diversi di lavorare", afferma Caroline, studentessa 24enne. "Penso che sia una buona opportunità - aggiunge Roisin, 18 anni - soprattutto senza i costi aggiuntivi che devo sostenere qui. E potrei studiare all'estero, il che è fantastico, perché si vedono tante cose mentre si studia, quindi è un'ottima opportunità".

Il programma, che dovrà essere approvato da tutti i paesi membri dell'Ue, sarà aperto agli studenti universitari ed esteso anche ad altri studenti che frequentano corsi di istruzione superiore e di apprendistato. Il governo britannico ha affermato che oltre 100.000 persone nel Paese potrebbero beneficiare del programma già solo nel primo anno.

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Starmer minaccia Abramovich: i soldi del Chelsea vadano all'Ucraina

Milano, 17 dic. (askanews) - Il Primo Ministro britannico Keir Starmer minaccia l'oligarca russo Roman Abramovich di intraprendere azioni legali se l'ex proprietario del Chelsea FC non accetterà di versare all'Ucraina i 2,5 miliardi di sterline ricavati dalla vendita del club.

"Il mio messaggio ad Abramovich è questo: il tempo stringe", ha dichiarato il leader laburista alla Camera dei Comuni. "Onorate l'impegno preso e pagate ora. E se non lo fate, siamo pronti ad andare in tribunale affinché ogni centesimo raggiunga coloro le cui vite sono state distrutte dalla guerra illegale di Putin". Il governo ha rilasciato un'autorizzazione per aprire la strada al trasferimento di questi fondi attualmente congelati a una fondazione dedicata a cause umanitarie in Ucraina.

E le cose vanno davvero veloci. La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen afferma che l'Ue deve prendere una decisione sul finanziamento all'Ucraina in occasione di un vertice cruciale questa settimana, con i leader sotto pressione per concordare un piano per l'utilizzo dei beni russi congelati.

Nel frattempo esponenti dell'estrema destra europea, appartenenti al gruppo Patriots for Europe, si incontrano alla vigilia del vertice europeo per discutere il tema, che guardano con occhi decisamente diversi. Marine Le Pen è tra i primi ad arrivare. Come l'ungherese Viktor Orban: "Sul serio, non siamo stupidi. Stiamo dicendo che se si vuole finanziare una guerra, bisogna pagarla. Qui, c'è stata un'illusione creata dai leader, e comunque accettata da voi, che sia possibile finanziare la guerra e la ricostruzione in Europa senza i soldi nelle tasche dei cittadini europei, basandosi solo sui cosiddetti beni congelati, che sono un'illusione. Pagherete voi. Pagheremo tutti. È una pessima strategia, un errore enorme, e ne pagheremo tutti", dice Orban.

Andrej Babis, Primo Ministro della Repubblica Ceca fa notare che sul tema paesi "come l'Italia hanno cambiato posizione". "Il Belgio - dice - è il Paese più importante in questo dibattito. Sono stato qui la settimana scorsa e ho parlato con il Primo Ministro belga. Mi ha spiegato il problema. Vedremo quindi quale sarà la posizione, perché anche altri Paesi, come l'Italia e altri Paesi, hanno cambiato posizione. Quindi ci saranno negoziati fino all'ultimo momento del Consiglio e vedremo quale sarà la proposta finale".

Riaffermando il suo sostegno al congelamento dei beni russi, la premier Giorgia Meloni ha ribadito di non aver ancora "approvato... alcuna decisione sul loro utilizzo", aggiungendo che qualsiasi risultato "deve essere raggiunto su solide basi giuridiche". Le dichiarazioni giungono in vista di una cruciale riunione del Consiglio europeo a Bruxelles di domani e venerdì.

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Germania, inaugurato un centro anti-droni a Berlino

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"Il nostro Paese non è in guerra, ma siamo l'obiettivo di una guerra ibrida, e questo accade quasi ogni giorno. Parte di questa guerra ibrida è l'uso dei droni. Nelle ultime settimane e mesi, abbiamo assistito a un numero crescente di avvistamenti di droni e in molti casi presumiamo che questi droni siano controllati da potenze ostili", ha affermato Dobrindt.

"Le minacce ibride, proprio perché così diffuse - come osserviamo con i droni ma anche nel settore informatico - sono fattori di erosione della fiducia nello Stato", ha aggiunto il ministro degli Interni tedesco, annunciando una risposta rapida per ristabilire la fiducia, proprio con questo "centro congiunto per la difesa dai droni, che riunisce le competenze a livello federale e statale, dei servizi segreti, delle autorità e delle forze armate".

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