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Espresso e sostenibilità, nuove soluzioni per tutelare ambiente

di TMNews lunedì 20 dicembre 2021
1' di lettura

Milano, 21 dic. (askanews) - L'80% degli italiani preferisce il caffè monoporzionato rispetto alla moka. E' il dato emerso da un'indagine condotta su un campione di 1000 adulti tra i 25 e i 64anni a novembre 2021 da MediaCom Italia sull'analisi dei consumi e dei consumatori, che vede via via abbandonare la "classica" macchina per il caffè a favore del monoporzionato.

Una soluzione che unisce praticità e velocità all'attenzione all'ambiente, grazie all'impegno di aziende alla ricerca di soluzioni sempre più green. E' il caso di Caffè Borbone, azienda pioniera della cialda compostabile, che ora lancia la sua prima capsula compostabile, la storica Don Carlo "Miscela Oro" e "Miscela Rossa" - compatibile con macchine a marchio "Lavazza A Modo Mio".

La nuova capsula è un prodotto innovativo, ma vuole essere anche un gesto di responsabilità verso l'ambiente da parte dell'azienda. Infatti, le capsule potranno essere gettate direttamente nel contenitore dei rifiuti organici, senza dover eliminare il caffè contenuto al loro interno, e ricavare compost per fertilizzare i terreni.

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Gaza, Onu: uccisi 613 palestinesi in centri distribuzione in un mese

Milano, 4 lug. (askanews) - Circa 613 persone sono state uccise durante la distribuzione di aiuti a Gaza dalla fine di maggio, di cui 509 solo nei pressi dei siti della Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha dichiarato l'ONU durante un briefing a Ginevra. "È chiaro che l'esercito israeliano ha bombardato e sparato contro i palestinesi che cercavano di raggiungere i punti di distribuzione. Quante uccisioni, chi ne è responsabile, abbiamo bisogno di un'indagine. Abbiamo bisogno di accesso", ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani.

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A Gaza spari in centro umanitario: "Mio figlio ucciso per la farina"

Khan Younis, 4 lug. (askanews) - "Mio figlio è andato a prendere la farina e gli hanno detto 'ecco gli aiuti, venite qui' e quando sono andati gli hanno sparato.". A parlare è Nidaa Al-Farra, che ha perso suo figlio Eyad, 19 anni, nelle sparatorie in un centro di distribuzione di aiuti nella zona di Tahlia, a est di Khan Younis.

Parla dal centro medico Nasser, dove continuano ad arrivare corpi. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani almeno 613 palestinesi sono stati uccisi vicino a punti di distribuzione di cibo gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, misteriosa organizzazione creata da Isreale e Stati Uniti che da fine maggio opera invece della distribuzione gestita dall'Onu.

È l'ennesimo episodio di violenza durante la consegna di cibo, Israele ha sempre negato la responsabilità addossando in alcuni casi la colpa ad Hamas. La situazione è peggiorata col nuovo sistema di distribuzione degli aiuti al centro di forti critiche fin dall'inizio, perché non è capillare e costringe i palestinesi a lunghi viaggi anche in zone di combattimento per raggiungere i pochi punti attivi.

Ora nuove accuse arrivano da fonti dirette sentite dalla Bbc: un ex addetto alla sicurezza in questi siti ha dichiarato di aver visto più volte dei suoi colleghi contractor "aprire il fuoco su palestinesi affamati che non rappresentavano una minaccia, anche con le mitragliatrici". La società appaltatrice ha definito le accuse "categoricamente false".

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Cambiano i pesci nel Mediterraneo. I biologi: imparare a mangiarli

Marsiglia, 4 lug. (askanews) - Oltre 34 gradi a Marsiglia, 29 in mare, con caldo percepito fino a 10-15 metri di profondità. Anche i pesci cercano refrigerio e stanno alla larga dalle acque bollenti. Specie che abitualmente popolavano questi mari e si ritrovavano sui banchi del mercato e poi sulle tavole, non ci sono più o sono in diminuzione; ma ne sono arrivate di nuove. Sandrine, al Porto Vecchio, è sprovvista di orate. "I clienti ci chiedono: 'Non ne avete?'. Normalmente ne avremmo. Ma ora, a causa del caldo, non ne abbiamo. I pesci stanno morendo" dice.

Così i banchi vicini al mercato, non hanno più le sardine ma propongono l'alosa: tre chili per 20 euro. Sono della stessa famiglia e hanno un alto contenuto di omega 3, hanno molte lische ma sono più grandi e carnose. Le sardine, invece stanno scomparendo, troppo piccole per essere catturate a causa della crescente scarsità di plancton, la loro fonte di cibo primaria, spiega Daniela Banaru, ricercatrice in biologia ed ecologia marina presso l'Istituto Mediterraneo di Oceanologia (MIO).

"Dobbiamo abituare la gente a mangiare queste specie, perché ogni volta che la temperatura dell'acqua si alza, ne arrivano di nuove; non solo l'alosa, ci sono molte specie invasive. È necessario che anche gli uomini si adattino. Avete visto, i pesci si adattano ed è necessario che anche la gente si adatti alle specie che sono abbondanti, di stagione, fiorenti". "Quello che è certo è che stanno emergendo nuovi equilibri - spiega Marie Monin-Bravo, direttrice del Parco Marino della Cote Bleue - ciò che conta è come ci adattiamo. Come ho detto, date le grandi quantità di acqua marina in gioco, non saremo in grado di raffreddarla all'istante. Ma dovremo adattarci, proprio come faranno le specie".

Altri effetti del cambiamento climatico. Lo scorso fine settimana il Mediterraneo ha battuto il triste record per giugno con una temperatura media in superficie di 26 gradi centigradi, secondo Meteo-France.

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Nuovo scambio di prigionieri Mosca-Kiev. Zelensky: i nostri a casa

Roma, 4 lug. (askanews) - Nuovo scambio di progionieri tra Russia e Ucraina. In base a quanto stabilito dagli accordi di Istanbul, un gruppo di militari russi è stato rimpatriato e, in egual modo, altri prigionieri di guerra delle forze armate ucraine sono rientrati in patria.

Nelle immagini, si vedono gli ucraini che tornano a casa, abbracciano i loro cari e baciano la terra con la bandiera gialla e blu avvolta intorno.

I soldati russi sono arrivati in Bielorussia dove stanno ricevendo assistenza psicologica e medica, ha detto il ministero della Difesa di Mosca.

Sullo scambio si è espresso anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "La nostra gente è a casa", ha scritto sul proprio canale X. "Oggi, i nostri difensori che hanno combattuto per l'Ucraina in diverse regioni - la regione di Donetsk e Mariupol, le regioni di Luhansk, Kharkiv e Kherson - stanno tornando".

"Sono combattenti delle Forze armate, della Guardia nazionale, del Servizio di guardia di frontiera dello Stato e del Servizio di trasporto speciale dello Stato", ma ci sono anche "civili" tra i prigionieri liberati, ha aggiunto Zelensky. Lo scambio di prigionieri proseguirà e l'obiettivo di Kiev è quello di "liberare tutti gli ucraini dalla prigionia in Russia", ha concluso il presidente ucraino.

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