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"Io, comandante di Wagner", parla un ex paramilitare russo

di TMNews giovedì 12 maggio 2022
2' di lettura

Roma, 12 mag. (askanews) - Cappellino e polo verde militare con il simbolo di un teschio che tiene un coltello fra i denti, Marat Gabidullin ha lavorato come comandante per la controversa milizia privata russa Wagner tra il 2015 e il 2019, prima nell'est Ucraina e poi in Siria. Mentre fuma una sigaretta si racconta a France Presse. É il primo componente del gruppo paramilitare russo a farlo, in occasione dell'uscita del suo libro "Io, comandante di Wagner - Una testimonianza unica sull'armata segreta di Putin", pubblicato in Russia, Francia ed edito in Italia da Pienogiorno (dall'11 maggio in libreria).

"É una specie di piccolo esercito - racconta Marat, 55 anni - è il suo scopo principale e a seconda della situazione nella regione dove le unità lavorano, può essere inviato da qualsiasi altra parte per risolvere altri problemi".

"Perché delle armi come quelle che abbiamo cadano nelle mani di gente come noi, bisogna che ci sia il permesso delle autorità di stato, niente di meno", ha aggiunto, riferendosi alle volte che Putin ha negato la loro esistenza.

"Anche noi (come gruppo Wagner, ndr) usiamo a nostra volta mercenari e in alcuni casi abbiamo usato questi mercenari in un modo che va contro tutte le leggi morali e i valori e in un modo simile che i paesi occidentali non possono averne idea"

Sull'Ucraina dice: "Avremmo dovuto cercare una soluzione ai nostri problemi interni e lavorato affinché la gente iniziasse a rispettarci e ammirarci, così da diventare un esempio di benessere e prosperità per l'Ucraina. Allora l'Ucraina sarebbe venuta da noi e non ci avrebbe respinto in questo modo".

(IMMAGINI FRANCE PRESSE)

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L'Aplec del Caragol: i sapori catalani si presentano a Milano

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L'iniziativa fa parte di un tour europeo ed è promossa dalla Federazione delle Penyes dell'Aplec del Caragol di Lleida, in collaborazione con il Comune di Lleida, la Provincia di Lleida e la Generalitat de Catalunya. In questo contesto, la città di Lleida si afferma come il cuore pulsante di un'esperienza culinaria che affonda le radici nella tradizione locale, diventando un appuntamento imperdibile per gli appassionati della buona tavola e delle tradizioni popolari.

L'Aplec è considerato l'epicentro europeo della cucina di lumache, con un consumo stimato di oltre 13 tonnellate provenienti da tutta la Penisola Iberica, dal Nord Africa, dal Sud America e da molte altre parti del mondo. Tra i momenti più attesi, la possibilità di osservare da vicino gli chef mentre cucinano le lumache sulla piastra, "a la gormanda" o in casseruola, un rito culinario che unisce abilità, convivialità e spirito di appartenenza. Una volta preparate, le lumache vengono estratte dal guscio con un bastoncino di legno, leggermente più lungo dei comuni stuzzicadenti, e intinte nell'alioli - una salsa preparata a mano nel mortaio con olio e aglio - o nella vinaigrette. Chi desidera assaggiare questo piatto tipico può farlo nei numerosi stand del festival e nei ristoranti della città. Il vero cuore dell'Aplec è però la sua gente.

Il festival conta 16.500 soci organizzati in 121 stand e ogni anno accoglie più di 200.000 visitatori, attratti non solo dalla gastronomia ma anche da un ricco programma di attività, fra cui concerti, spettacoli, iniziative per famiglie e momenti di festa che animano Lleida per tre giorni consecutivi.

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